Il messaggio della montagna
Nell’anno Internazionale dello Sviluppo Sostenibile della Montagna, si è svolto lunedì 12 dicembre presso la Casina Pio IV (Città del Vaticano), il convegno «Il messaggio della montagna». Promosso dal Dicastero della Cultura e dell’Educazione della Santa Sede insieme al Segretariato della Mountain Partnership della FAO, l’evento - ancorato alle parole dell'enciclica Laudato Si' - si inserisce nelle celebrazioni per la Giornata Internazionale della Montagna. Istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2003, questa ricorrenza viene celebrata ogni 11 dicembre per sottolineare il ruolo delle montagne e delle popolazioni che vi abitano nell’equilibrio del nostro pianeta (tema di quest’anno: «Women move mountains», un omaggio a tutte le donne che contribuiscono a conservare le tradizioni, le conoscenze, a proteggere le risorse naturali e la biodiversità in tutti gli ecosistemi montani del mondo).
Presenti al convegno, oltre al Direttore Generale della FAO, Qu Dongyu, circa settanta ospiti tra alpinisti, rifugisti, scienziati, esperti di sviluppo sostenibile, operatori turistici, volontari e sportivi. Obiettivo comune: condividere un momento di riflessione e far emergere quel filo invisibile che sprona tutti ad ammirare un panorama di vetta, cui giungere lungo i tanti sentieri possibili che abbiano, tuttavia, come segnavia i principi della condivisione, del dialogo, della solidarietà e della cura.
«Tutto l’universo materiale è un linguaggio dell’amore di Dio, del suo affetto smisurato per noi. Suolo, acqua, montagne, tutto è carezza di Dio» scrive papa Francesco nella sua enciclica Laudato Si’. E ancora: «San Giovanni della Croce insegnava che tutto quanto c’è di buono nelle cose e nelle esperienze del mondo “si trova eminentemente in Dio in maniera infinita o, per dire meglio, Egli è ognuna di queste grandezze che si predicano”. Non è perché le cose limitate del mondo siano realmente divine, ma perché il mistico sperimenta l’intimo legame che c’è tra Dio e tutti gli esseri, e così “sente che Dio è per lui tutte le cose”. Se ammira la grandezza di una montagna, non può separare questo da Dio, e percepisce che tale ammirazione interiore che egli vive deve depositarsi nel Signore: “Le montagne hanno delle cime, sono alte, imponenti, belle, graziose, fiorite e odorose. Come quelle montagne è l’Amato per me. Le valli solitarie sono quiete, amene, fresche, ombrose, ricche di dolci acque. Per la varietà dei loro alberi e per il soave canto degli uccelli ricreano e dilettano grandemente il senso e nella loro solitudine e nel loro silenzio offrono refrigerio e riposo: queste valli è il mio Amato per me”».