Circinus, un tesoro da riscoprire
Tutti lo conosciamo o meglio crediamo di conoscerlo. Con lui fin da bambini abbiamo imparato a disegnare cerchi perfetti, come quello che, secondo la leggenda, disegnò Giotto a mano libera. Eppure forse non tutti sappiamo quanta storia sta dietro al compasso. Strumento di calcolo analogico che rappresenta una delle più significative conquiste della matematica pratica occidentale, il compasso di proporzione è stato per oltre due secoli un compagno indispensabile di architetti, ingegneri e scienziati. A questo oggetto molto semplice, costituito da due gambe piatte unite da un perno, è dedicata la mostra «Circinus. Compassi di proporzione dal XV al XVIII secolo» al Museo Galileo di Firenze fino al 15 settembre. Curata da Ina Prinz, Patrick Rocca (rispettivamente direttrice e curatore dell’Arithmeum di Bonn) e Filippo Camerota (direttore scientifico del Museo Galileo), la mostra è organizzata in collaborazione con l’Arithmeum, che ha anche prestato alcune opere, insieme con l’Astronomisch-Physikalisches Kabinett–Hessen Kassel Heritage, la Collezione Rocca di Bonn, la Collezione Delalande di Parigi, la Fondazione Pisa presso Palazzo Blu e lo stesso Museo Galileo. Risultato: un’ampia galleria composta da centinaia di strumenti originali per indagare storia, evoluzione, funzionamento e diversi utilizzi del compasso.
Concepita come sviluppo dell’esposizione «Proportionalzirkel und seltene Mathematik-und Zeicheninstrumente des 17. und 18. Jahrhunderts» allestita presso l’Arithmeum di Bonn dal 21 ottobre 2023 al 9 giugno 2024, la mostra fiorentina vanta anche una nuova sezione dedicata alle origini del compasso di proporzione, da Leonardo da Vinci a Galileo Galilei, nella quale sono esposti strumenti e libri provenienti dalle collezioni del Museo Galileo.
Da non perdere in mostra: due esemplari del compasso geometrico e militare di Galileo Galilei, uno dal Museo Galileo e l’altro dalla Fondazione Pisa; diverse «cassette matematiche» (scatole contenenti compassi e altri strumenti matematici), tra cui la grande «cassetta da esploratore» costruita a metà XVIII secolo da Jacques Canivet, prestito della Collezione Delalande (che contiene 160 strumenti matematici e da disegno in argento, acciaio, ottone, avorio, vetro e legno). Senza scordare il raro compasso di Fabrizio Mordente della fine del XVI secolo, concesso in prestito dall’Astronomisch-Physikalisches Kabinett di Kassel e il minuscolo compasso di proporzione lungo appena 2,7 cm contenuto in un set di strumenti matematici in miniatura della seconda metà del XVII secolo.
«Il compasso di proporzione – si legge in una nota dei curatori – è anche un perfetto esempio della simbiosi tra scienza e arte, frutto della combinazione di rigorosi principi matematici con la maestria di artisti raffinati. I preziosi esemplari esposti in molti casi costituiscono veri e propri capolavori per la ricchezza dei materiali impiegati e la ricercatezza con cui furono realizzati».
Foto: Galileo Galilei (1564-1642), Compasso geometrico e militare, ca. 1606, Museo Galileo, Firenze, inv. 2430.
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