Scrivere la vita di Gesù è un’impresa ardua nella quale molti, a partire dagli evangelisti, si sono cimentati. Non è questo lo scopo di Régis Burnet, storico e filosofo francese, esperto del giudaismo e del cristianesimo delle origini, che insegna esegesi neotestamentaria all’Università cattolica di Lovanio. Il suo libro – nella traduzione di Marisa Patarino – ci propone una giornata della vita di Gesù, percorsa secondo la suddivisione temporale dell’antichità: quattro veglie e dodici ore, a partire dalla prima veglia, al tramonto del sole.
Occorre saper «vedere» Roma per poterla amare. Per capire cosa sia davvero la «Città Eterna», al di là dei luoghi comuni. Dove passato e presente trovano il loro punto di partenza e di arrivo.
Prima c’erano stati solo colossal hollywoodiani come I Dieci comandamenti (1923) di Cecil De Mille, seguito da Golgota, di Julien Duvivier, addirittura con Jean Gabin, nel 1935. In Italia ci provò anche Pasolini, con uno stupendo Il Vangelo secondo Matteo (1964). In mezzo ci sta anche La Bibbia di John Huston (1966). Per il Gesù di Nazareth di Zeffirelli bisognerà aspettare il 1977.
Su di lei e sulla sua triste storia è stato scritto di tutto e di più. Il suo diario è finito nelle case di migliaia di persone, divenendo un potente memorandum di quanto in basso possa arrivare la crudeltà umana. Eppure, intorno alla vita di Anne Frank restano ancora molti punti di domanda.
Le nostre radici sono fatte di strade: alcune sono celebri, altre ignote. Percorsi che portano lontano, come fossero esistiti prima dell’uomo, con la Terra stessa. Strade tracciate dalla natura, che l’umanità ha cominciato a percorre dalla notte dei tempi.