Ispirato all’omonimo libro di Paolo Cognetti, il film è la storia di due amici, Bruno e Pietro, che si conoscono nell’infanzia durante un’estate nel paese di montagna dove abita il primo. Per entrambi, la crescita è segnata da un rapporto conflittuale con il padre e dalla ricerca del proprio posto nella vita. Una chiave del film è un apologo nepalese nel quale il mondo è rappresentato come un cerchio: al centro si trova un alto monte e attorno otto montagne. Chi interpreta meglio la vita?
È chiaro il messaggio di questo film, primo lungometraggio del regista Renzo Carbonera: per uscire da situazioni apparentemente disperate, serve una «resina sociale», l’unica in grado di tenere unita una comunità, «microcosmo che si trova a fronteggiare una molteplicità di mutamenti (dal climatico al finanziario) che rischiano di abbattere anche i caratteri più forti».
La trasposizione cinematografica di un musical ideato da Benj Pasek e Justin Paul, che vede come protagonista Evan, un liceale con difficoltà relazionaliche, attraverso un equivoco (viene creduto il miglior amico di un suo compagno suicida), può entrare in un nuovo contesto in cui è valorizzato e amato: alla base di questo c’è però un inganno, che sempre più lo mette alle strette. Vengono affrontate le tematiche dell’uso dei social, la questione dell’autostima, della solitudine e la gestione del dolore provocato dalla perdita di una persona cara.