Sei settimane di studio e cinque laboratori realizzati da artisti insieme a dottorandi e detenuti di alcuni istituti penitenziari di Palermo e Firenze: è il progetto «GAP - Graffiti Art in Prison».
Da vent’anni il misterioso «writer» di Bristol conduce la sua lotta contro il sistema a colpi di spray e non solo. Le sue opere, quotatissime, fanno discutere e riflettere. Una mostra, a Milano fino al 14 aprile, ne raccoglie un’ottantina.
Ritorno alla strada. Viaggio alla scoperta di un fenomeno che non è più solo tendenza. Luoghi diversi tra loro nei quali l’espressione artistica, finalmente, è di tutti.