L’indicazione «qui sono i draghi» delle antiche mappe marca il nostro limite, ma allo stesso tempo ci spalanca l’orizzonte, facendoci sedere sull’orlo dell’infinito.
La paura dell’ignoto, del vuoto, dell’orrido diventa diffidenza per tutto quello che è diverso da noi. Ma lo spavento o la ripulsa sono spesso solo una difesa istintiva e fuorviante da ciò che ancora non conosciamo.