Intervista esclusiva a padre Gabriel Romanelli, sacerdote argentino, parroco della chiesa della Sacra Famiglia nella Striscia di Gaza devastata dalla guerra.
Giornalista palestinese nato nel campo profughi di Jabalia, in questi ultimi mesi Sami al-Ajrami ha raccontato la guerra a Gaza sulle pagine di «La Repubblica». Un prezioso diario di vita quotidiana, ma anche lo specchio di un’immensa tragedia.
Dopo due mesi di digiuno continuativo per la pace, i veneziani Mason e Giacomini il 14 aprile hanno dovuto sospendere la loro azione. Che però continua attraverso altre persone, anche a staffetta, e con innumerevoli opere a favore della pace.
Dal 14 febbraio, inizio di quaresima, i veneziani Bernardino Mason e Carlo Giacomini, stanno digiunando per la pace in Terra Santa. Una scelta che sta catalizzando l'attenzione di numerosi uomini e donne di buona volontà, convinti che i conflitti si risolvano non con le armi ma con la nonviolenza.
Vorrei che questo Ramadan 2024 fosse come gli altri, che, a volte, ho vissuto in Paesi musulmani. Come potersi augurare, nella disperata tendopoli di Rafah «Ramadan Mubarak»? Come poter avvertire il sapore dei «deglet nour» mentre tuo figlio muore?
A dispetto del loro nome, i campi profughi palestinesi sono diventati città, sobborghi sovraffollati di centri urbani, quartieri malridotti, cresciuti nel disordine più assoluto. E, oramai, hanno, quasi tutti, 75 anni di vita.