«Le ricchezze (...) se vengono distribuite ai poveri e restituite ai loro proprietari, rendono feconda la terra della mente e la fanno fruttificare» (Sant’Antonio, Domenica di Pentecoste I)
Una società vive e cresce finché ogni cittadino sa leggere nella propria ricchezza anche il nome di tutti gli altri che l’hanno in qualche modo generata, e si sente espressione di una generosità universale.
Il diritto alla gioia e al «superfluo» spetta a tutti: uomini e donne, ricchi e poveri, migranti e diversamente abili. Come pure il diritto alla speranza, intesa quale promessa di evoluzione, libertà e apertura.