Una lettura che permette di entrare in modo originale nel testo biblico, attraverso l’incontro con eventi scomodi: inganni, tradimenti, malefatte e sotterfugi mostrano un lato poco edificante, ma sono occasioni per il manifestarsi della misericordia di Dio, capace di trasformarle in luogo di salvezza. Ciascun capitolo del libro, corrispondente a uno dei personaggi, si apre con un brano di riferimento, corredato da informazioni religiose, storiche, culturali e da un commento.
Ciclicamente siamo contagiati da mode filosofico-religiose che arrivano dall’Oriente e che, forse solo perché esotiche o «nuove», ci sembrano ogni volta più adatte a noi di quanto non lo siano le nostre. Se non altro, e questo è un punto a loro favore, sembrano tenere meglio assieme la dimensione spirituale e quella corporea. Così ci sarà già capitato di incappare nella mindfulness, anche nel nostro ambiente di lavoro.
Prima c’erano stati solo colossal hollywoodiani come I Dieci comandamenti (1923) di Cecil De Mille, seguito da Golgota, di Julien Duvivier, addirittura con Jean Gabin, nel 1935. In Italia ci provò anche Pasolini, con uno stupendo Il Vangelo secondo Matteo (1964). In mezzo ci sta anche La Bibbia di John Huston (1966). Per il Gesù di Nazareth di Zeffirelli bisognerà aspettare il 1977.
Un Dio severo e lontano dall’uomo, molte volte arrabbiato e pronto al castigo. È questa l’immagine più spesso tramandata nei secoli dalle diverse culture e tradizioni. L’autore del libro che qui presentiamo, Paolo Pivetti, scrittore anche di testi teatrali, radiofonici e televisivi, attraverso i registri dell’ironia, del paradosso, e a volte ricorrendo pure a un provocatorio sarcasmo, ci presenta un Dio sorridente e ironico, vicino all’uomo, che ne condivide gioie e speranze.