Giappone, 1633. Due gesuiti venuti dal Portogallo cercano un confratello che ha abiurato a favore del buddismo. «Silence» (USA 2016), l’ultimo film di Martin Scorsese, è un viaggio alla scoperta della fede incarnata nella storia.
Sono più di un migliaio i rifugiati che vivono sul monte Gurugu, nell’enclave spagnola di Melilla. Da qui tentano di attraversare la frontiera tra Marocco e Spagna. Abou è uno di loro. Da 15 mesi vive lassù quando i registi Siebert e Wagner lo contattano e gli danno in mano una telecamera.
La squadra di calcio a cinque che lo scorso febbraio è volata in Giappone al primo Campionato mondiale per malati psichici è protagonista di «Crazy for football», un docufilm (in uscita nelle sale a febbraio) sul valore dello sport come medicina.
Qual è oggi il ruolo di un medico? Curare le malattie o rifare l'uomo? Indagine a ritmo di thriller sul sistema sportivo, americano e non solo, e su un mestiere in prima linea.
New York, inizio ‘900, ospedale Knickerbocker (detto «The Knick») di Harlem. Attesa media di vita: 47 anni. Il dr. Thackery è stanco, bruciato da un carico lavorativo devastante e dall’ambizione di escogitare approcci tecnici nuovi.