Manifattura romana, Reliquiario di Tutti i Santi, Bosco Marengo, chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Pantaleone.

Alessandria preziosa

È il titolo della mostra aperta fino al 6 ottobre a Palazzo del Monferrato. Protagoniste sculture in metallo prezioso, ma anche dipinti e sculture che testimoniano l'importanza artistica della città piemontese tra '500 e '600.
| Luisa Santinello Redattrice

I busti di Antonio Gentili realizzati per Pio V, la stauroteca della Cattedrale di Alessandria, le oreficerie tedesche di San Filippo a Casale e San Salvatore Monferrato... sono solo alcuni dei capolavori di arte ecclesiastica che si possono ammirare fino al 6 ottobre ad Alessandria nell'ambito della mostra «Alessandria preziosa. Un laboratorio internazionale al tramonto del Cinquecento». Ospitata nelle sale di Palazzo del Monferrato e suddivisa in sette sezioni, l'esposizione a cura di Fulvio Cervini raccoglie circa ottanta opere di oreficeria, scultura e pittura che raccontano l'importanza artistica della città piemontese e del suo territorio durante l'avvento del Manierismo internazionale

«L’area alessandrina tra Cinque e Seicento - spiega il curatore della mostra Fulvio Cervini - prova che l’identità culturale si costruisce dinamicamente, e non chiudendo muri. Anche quando la linea culturale è dettata da un organismo in apparenza monolitico come la Chiesa della Controriforma. Sul piano figurativo, questo spazio è un grande laboratorio della modernità, in cui artisti del metallo e dell’intaglio diventano anche più propositivi di pittori e scultori». 

Protagoniste dunque dell'esposizione: sculture in metallo prezioso, ma anche dipinti su tela e tavola e sculture in legno e marmo. Qualche esempio da non perdere? Il San Marziano del Duomo di Tortona, opera di un argentiere genovese di primo Seicento e un inedito stendardo ricamato a Milano alla fine del Cinquecento dal Museo Diocesano di Tortona, restaurato per la mostra col finanziamento della Consulta alessandrina. Senza scordare il reliquiario di Tutti i Santi (1564-1566 circa) custodito nella Chiesa dei Santi Pietro e Pantaleone di Bosco Marengo. Di manifattura romana, questo curioso oggetto faceva parte del corredo che impreziosiva in origine la cappella delle Reliquie nella vicina chiesa di Santa Croce.

L’esposizione non termina all’interno della sale di Palazzo Monferrato, ma si estende in alcuni luoghi di cultura della provincia di Alessandria, in primis nella basilica di Santa Croce a Bosco Marengo e nel relativo museo, e poi presso la Confraternita della Maddalena di Novi Ligure, nel complesso di Torre Garofoli a Tortona, nella Pinacoteca dei Cappuccini di Voltaggio... La mostra rientra nel progetto «Uffizi diffusi», da qui i presiti da parte della Galleria fiorentina.

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Data di aggiornamento: 22 Agosto 2024