Aspettando la Gmb
Primo gesuita a indossare l'anello piscatorio, primo a salire al soglio pontificio col nome del Poverello d’Assisi, primo Papa proveniente dall’America Latina e sempre primo Santo Padre ad essersi recato in Iraq… Non c’è dubbio, nei suoi 11 anni di pontificato papa Francesco ci ha abituato alle novità. Fa parte della lista anche la prima Giornata mondiale dei bambini (Gmb); in realtà una due giorni di festeggiamenti, incontri, preghiere e riflessioni fissata il 25 e 26 maggio a Roma. Al centro della scena i più piccoli, gioia dei genitori e delle famiglie, ma anche – come scrive il Pontefice nel suo Messaggio per la Prima Giornata mondiale dei bambini – «gioia dell’umanità e della Chiesa, in cui ciascuno è come un anello di una lunghissima catena, che va dal passato al futuro e che copre tutta la terra». Niente di meglio, dunque, di una grande festa per celebrare ciò che è «prezioso» agli occhi di Dio (Is 43,4). «Questo messaggio – continua papa Francesco, rivolgendosi ai bambini del mondo – lo invio a tutti, perché tutti siete importanti, e perché insieme, vicini e lontani, manifestate il desiderio di ognuno di noi di crescere e rinnovarsi. Ci ricordate che siamo tutti figli e fratelli, e che nessuno può esistere senza qualcuno che lo metta al mondo, né crescere senza avere altri a cui donare amore e da cui ricevere amore (cfr Lett. enc. Fratelli tutti, 95)».
Veniamo ora al grande evento internazionale che il 25 e 26 maggio attirerà nella Capitale non solo bambini da tutto il mondo, ma anche tanti adulti riuniti in gruppi e associazioni con l’obiettivo di «guardare il mondo con gli occhi dei bambini, che sono la speranza dei popoli, il loro futuro», come ha di recente sottolineato padre Enzo Fortunato, coordinatore della Gmb. A inaugurare la due giorni sabato 25 maggio: l’apertura del Children’s Village in Foro Italico e dello Stadio Olimpico, dove alle 15 i bambini potranno scoprire la croce della Gioia, una scultura alta più di 4 metri, realizzata da Mimmo Paladino appositamente per l’occasione. A seguire, sarà la volta del coro dello Zecchino d’Oro, chiamato a cantare l’inno ufficiale della Gmb alle 15.15, e di Carlo Conti. Il presentatore saluterà le 101 delegazioni (in rappresentanza di altrettante nazioni) in abiti tradizionali, introducendo poi gli ospiti (dai piccoli ai grandi artisti, su tutti Renato Zero, Al Bano, Orietta Berti, Carolina Benvenga), ma anche spettacoli, canti, riflessioni e testimonianze, compresa quella di Catherine Russell, direttore esecutivo di Unicef, e del regista Matteo Garrone, accompagnato dal protagonista del suo ultimo film Io Capitano, il senegalese Seydou Sarr. Alle 16.45 è previsto l’arrivo di papa Francesco, che dialogherà con bambini e bambine di ogni nazione. In programma anche una partita di calcio di cinque minuti tra bambini e alcuni calciatori famosi, capitanati dal portiere Gianluigi Buffon, e uno spettacolo del Cirque du soleil.
La seconda Giornata di questa due giorni di festeggiamenti ha inizio domenica 26 maggio in Piazza San Pietro. Dopo i canti dello Zecchino d’oro e la celebrazione eucaristica presieduta dal Santo Padre alle 10.30, seguiranno la recita del Regina Coeli alle 12 e un monologo di Roberto Benigni. A papa Francesco, infine, il compito di chiudere l’evento alle 12.20, salutando i bambini e le bambine di tutto il mondo. Un modo per tenersi tutti uniti in un grande abbraccio. E per affrontare insieme le grandi sfide che questo tempo porta con sé. Ma, precisa il Pontefice nel suo Messaggio in vista della Giornata mondiale dei bambini, «per rinnovare noi stessi e il mondo, non basta che stiamo insieme tra noi: è necessario stare uniti a Gesù. Da lui riceviamo tanto coraggio: lui è sempre vicino, il suo Spirito ci precede e ci accompagna sulle vie del mondo». Non a caso le parole scelte dal Pontefice come tema della Gmb sono proprio di Gesù: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose» (Ap 21,5). «Queste parole – conclude Bergoglio – ci invitano a diventare agili come bambini nel cogliere le novità suscitate dallo Spirito in noi e intorno a noi. Con Gesù possiamo sognare un’umanità nuova e impegnarci per una società più fraterna e attenta alla nostra casa comune, cominciando dalle cose semplici, come salutare gli altri, chiedere permesso, chiedere scusa, dire grazie. Il mondo si trasforma prima di tutto attraverso le cose piccole, senza vergognarsi di fare solo piccoli passi. Anzi, la nostra piccolezza ci ricorda che siamo fragili e che abbiamo bisogno gli uni degli altri, come membra di un unico corpo (cfr Rm 12,5; 1 Cor 12,26)».