A trent’anni dal genocidio tra Hutu e Tutsi, il Ruanda appare oggi un Paese riconciliato, in crescita, attento alla qualità della vita dei suoi abitanti e alla cura dell’ambiente.
In questi tempi in cui tutti parlano, spesso a sproposito, di guerra e di riarmo, pochi realmente sanno che cosa significa vivere un conflitto armato sulla propria pelle, giorno per giorno. A cercare di colmare questo vuoto, mettendo al bando la retorica e lasciando la parola alle vittime, è un docufilm, In cerca di pace di Marco Oggianu della Comunità di sant’Egidio di Rovigo e del regista Andrea Rainone, visionabile su Youtube in uno speciale di «Telepace».
Possiamo essere in pace e «fare» la pace solo se siamo consapevoli che tutto è in relazione: con l’ambiente, con chi ci ha preceduti, con chi verrà dopo, con chi sembra troppo diverso.
Dal 14 febbraio, inizio di quaresima, i veneziani Bernardino Mason e Carlo Giacomini, stanno digiunando per la pace in Terra Santa. Una scelta che sta catalizzando l'attenzione di numerosi uomini e donne di buona volontà, convinti che i conflitti si risolvano non con le armi ma con la nonviolenza.
Vorrei che questo Ramadan 2024 fosse come gli altri, che, a volte, ho vissuto in Paesi musulmani. Come potersi augurare, nella disperata tendopoli di Rafah «Ramadan Mubarak»? Come poter avvertire il sapore dei «deglet nour» mentre tuo figlio muore?