Un breve saggio in cui Morin, a partire dalla sua memoria storica, mette a disposizione il suo pensiero critico e autocritico per considerare la tragedia della guerra nella complessità del mondo in cui viviamo, sempre più interconnesso ma non solidale. Tratteggia alcune deformazioni (come la «spionite», l’isteria di guerra e la criminalizzazione del popolo nemico), per poi concentrarsi sul contesto dell’Ucraina, proponendo alcune interessanti chiavi di lettura e richiamando l’urgenza della pace.
È tornata l’Africa dei colpi di stato. Nella fascia sahelica ve ne sono stati almeno sei negli ultimi tre anni. Il Centrafrica è da anni sconvolto da una guerra civile. Come il Sudan. All’appello mancava il Niger. Il 26 luglio è arrivato il suo turno...
Nei giorni che precedono il 13 giugno, cattolici e musulmani avranno affollato la grande chiesa di Pietro e Paolo a Gjakovë. Le loro preghiere come un’invocazione di pace. E il Kossovo ne ha bisogno.
Niente come la guerra tra Russia e Ucraina può spiegare meglio com’è facile perdersi tra le tante facce della realtà. Per uscirne, bisogna accettare il confronto e mettere al centro l’umano.