Controtendenze africane

I dati raccolti dal sistema di monitoraggio Glad, dimostrano che l’Africa è l’unico continente nel quale la deforestazione sta diminuendo.
24 Agosto 2021 | di

Una delle cause più gravi dell’emergenza climatica mondiale è rappresentata dalla deforestazione. Attorno alle foreste, infatti, si gioca un tassello fondamentale del cosiddetto sviluppo sostenibile tanto caro alla società civile. Il tema è scottante se si considera che, a livello planetario, siamo arrivati a eliminare in questi anni una media di 30 milioni di ettari di foreste, pari a un campo di calcio al secondo. Si tratta di un fenomeno inquietante, il cui impatto oggi viene avvertito soprattutto nelle periferie del mondo. Esso peraltro rappresenta il principale vulnus da affrontare nelle politiche ambientali dei governi di tutto il mondo.

Ma c’è un continente che, almeno parzialmente, è in controtendenza rispetto alla deforestazione: l’Africa. Lo indicano i dati raccolti dal sistema di monitoraggio spaziale noto come Glad (Global Land Analysis and Discovery) collegato al Global Forest Watch, un modello di controllo satellitare delle aree verdi che è in grado di indicare, con un’osservazione accurata dall’alto, l’andamento della copertura forestale.

Lanciato nel 2016, Glad fornisce avvisi quando rileva un calo della copertura forestale. I governi e gli altri organismi interessati a fermare la deforestazione in una determinata regione possono iscriversi a tali avvisi su Global Forest Watch e quindi intervenire per limitare la perdita del manto forestale.

Ebbene, secondo Fanny Moffette, ricercatrice in economia applicata presso l’Università del Wisconsin-Madison, che ha esaminato le informazioni sulla deforestazione, nel corso degli ultimi due anni, ventidue Paesi africani iscritti alla piattaforma hanno riscontrato un calo totale del 18 per cento della deforestazione, una diminuzione che riduce le emissioni di anidride carbonica e consente perciò di contrastare gli effetti della crisi climatica.

Questa iniziativa ha anche permesso di risparmiare in tempo di covid-19 una cifra, si stima, tra i 150 e i quasi 700 milioni di dollari. Moffette e i suoi collaboratori (Jennifer Alix-Garcia della Oregon State University, Katherine Shea del World Resources Institute e Amy Pickens dell’Università del Maryland) hanno pubblicato i loro risultati il 4 gennaio scorso su «Nature Climate Change».

La notizia è sorprendente se si considera che l’Africa patisce da anni gravi problemi ambientali: gli effetti del surriscaldamento, l’inquinamento di ogni genere, tra cui quello legato alle emissioni del trasporto nelle aree urbane, del numero incalcolabile di micro generatori diesel o a benzina, delle grandi discariche disseminate soprattutto alle periferie delle megalopoli. Se il cielo non è nuvoloso, il rilevamento satellitare dallo spazio fornisce una mappatura in tempo reale della copertura forestale di una regione, consentendo un aggiornamento settimanale delle informazioni per verificare le possibili variazioni.

La comparazione dei dati attraverso la precisa acquisizione delle coordinate geografiche delle aree più esposte al rischio della deforestazione, ha consentito ai soggetti iscritti alla mailing list (governi, organizzazioni e comunità locali) di controllare e vigilare su possibili incendi o tagli di legname illegali.

Naturalmente non è tutto oro ciò che luccica. Ad esempio, il governo della Repubblica Democratica del Congo ha recentemente aperto il 40 per cento del parco nazionale di Salonga, nel bacino del fiume Congo, all’esplorazione petrolifera. Ed è anche vero che il calo della deforestazione riscontrato in Africa riguarda soprattutto aree protette. A riprova che, laddove i governi si assumono le proprie responsabilità, è possibile svolgere una fattiva attività di prevenzione.


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Data di aggiornamento: 24 Agosto 2021
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