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Carlo Maria Martini

Cristiani coraggiosi

Laici testimoni nel mondo di oggi. Con un testo di papa Francesco
04 Febbraio 2017 | Recensione di
CRISTIANI CORAGGIOSI. Laici testimoni nel mondo di oggi
Scheda
In dialogo
2016
€ 15,90

Laici si nasce, testimoni di Dio si diventa. Sì, ma come? E in che modo la Chiesa può guidare questa nostra società cristiana sempre più esposta al cambiamento e al conflitto? Come ce lo domandiamo oggi, così se lo chiedeva Carlo Maria Martini già nel 1969 – dieci anni prima di diventare arcivescovo di Milano –, a un convegno romano di Azione Cattolica. Molta acqua è scorsa sotto i ponti da allora. E forse una risposta definitiva a queste domande ancora non è stata trovata. Di certo, però, il gesuita biblista, già rettore del Pontificio Istituto Biblico e della Pontificia Università Gregoriana, ci è andato vicino. E così, a novant’anni dalla nascita (1927- 2012), vale la pena riportare alla luce (o meglio, alla carta) alcune sue riflessioni inedite, formulate tra il 1969 e il 1998. Per capire anzitutto chi siamo e dove andiamo.

«Non c’è definizione del cristiano che non sia in rapporto a Cristo – sembra quasi risponderci Carlo Maria Martini tra le pagine di questo volume –. […] Ogni tentativo di definire la nostra posizione deve partire dalla persuasione che noi siamo sostanzialmente – e quasi unicamente – delle persone che sono afferrate da Cristo, che aspettano la manifestazione della sua gloria, che attendono la trasformazione di ogni cosa nel regno di Cristo». Se da un lato, però, non c’è identità umana senza identità divina, dall’altro non può sussistere una dimensione cristiana avulsa dalla laicità. «Guardare al Popolo di Dio è ricordare che tutti facciamo il nostro ingresso nella Chiesa come laici – scriveva lo scorso marzo papa Francesco in una lettera al cardinale Marc Ouellet, presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina –. Il primo sacramento, quello che suggella per sempre la nostra identità, e di cui dovremmo essere sempre orgogliosi, è il battesimo. […] Nessuno è stato battezzato prete né vescovo. Ci hanno battezzati laici ed è il segno indelebile che nessuno potrà mai cancellare. Ci fa bene ricordare – continua il Pontefice – che la Chiesa non è una élite dei sacerdoti, dei consacrati, dei vescovi, ma che tutti formano il Santo Popolo fedele di Dio».

Entrato nella Compagnia di Gesù nel 1944, a soli 17 anni, e dimessosi dal governo pastorale dell’arcidiocesi di Milano nel 2002, per concentrarsi sugli studi biblici e sulla preghiera, in quasi sessant’anni di «missione» Carlo Maria Martini ha avuto modo di riflettere a lungo sul concetto di laicità e sul legame tra uomo e Dio. «Dobbiamo arrivare a mostrare, come testimoni fedeli di Cristo, che la nostra speranza in Lui non è vana – spiega ancora il cardinal Martini – e che il servizio dell’uomo non si chiude nel mondo, ma si apre nel dono della vita oltre la morte». Testimoniare dunque. Al di là dei limiti di spazio e tempo. Ecco la vera missione del cristiano. Ecco la priorità del laico. «Il laico è il “cristiano testimone” – scrive nell’Introduzione al testo Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara –: ciò che è comune a tutti i credenti, è vissuto in modo specifico dal laico. […] La testimonianza non è solo questione del “di più” dei cristiani nella prassi di promozione umana, ma è la capacità del cristiano testimone di attestare la prossimità di Dio nel mondo». 

Data di aggiornamento: 04 Febbraio 2017
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