Cronaca di un Sinodo diocesano

Il Sinodo della diocesi di Campobasso-Bojano. I suoi segni e i suoi frutti. L’attesa e la preparazione del grande Sinodo mondiale del 2023.
10 Ottobre 2021 | di

Ogni Sinodo nasce sempre da un grande cuore, che tanto ama. Il nostro si è posto nel cuore di una donna, innamorata di Gesù risorto: Maria di Magdala. Abbiamo seguito la sua corsa, folle, nel buio del mattino, per poi ritrovarsi a svegliare i due apostoli ancora increduli: Pietro e Giovanni. Maria ci ha aiutato a capire quel buio, attraversandolo con empatia, per cogliere il buio del nostro tempo. Ma ci ha dato anche la gioia dell’annuncio del Vangelo, che ci ha conquistato.

Siamo partiti sulla scia della Evangelii Gaudium, pista teologica carica di coraggio. Subito dopo, è arrivata la Visita pastorale (2012-15) che, come Vescovo, ho fatto di paese in paese, in scuole vivaci e nelle case dei malati, nelle piccole contrade, tra gli odori delle stalle e lo starnazzare dei polli. Non c’è stato paese che non mi abbia lasciato un messaggio e al quale io non abbia affidato un impegno. Come quel piccolo paese litigioso, che aveva un albero appena fuori dalla chiesa, sul quale c’era scritto: «L’albero della maldicenza». Quanti gossip ironici erano fioriti attorno a quell’albero! Perciò, al termine della visita, avevamo pregato attorno a quella pianta, piuttosto stupiti di tanta sincerità popolare.

Ebbene, quell’albero, un po’ come il fico di Gesù, si è poi seccato, ramo dopo ramo. I cittadini hanno capito la lezione e hanno piantato al suo posto un altro albero, una giovane quercia, con la scritta: «L’albero della concordia». A darci conforto, poi, anche la visita del Papa in Molise (4 luglio 2014). Francesco ci ha lasciato un triplice mandato: cura appassionata della Terra, difesa del riposo festivo e vicinanza ai giovani, per aiutarli con Cristo a uscire dal buio del labirinto, con il filo della fraternità.

È nata così l’intuizione del Sinodo diocesano, preceduto da incontri, dialoghi, progetti, con tante attese e intense fatiche lungo il percorso. L’inizio che si è fatto storia, il 27 novembre 2016, festa della medaglia miracolosa; e la fine, l’11 settembre 2021, vigilia della festa del nome di Maria. Incasellato cioè dentro il cuore di Maria di Nazareth, per portare l’esultanza del Magnificat in ogni angolo della diocesi.

Dagli incontri e dalle analisi sui testi biblici e sulle realtà locali, sono sgorgati sei doni – raccolti nell’apposito Liber Sinodalis –, sei petali di un grande fiore: Terra alleata, cuore rimotivato, casa aperta all’accoglienza, famiglia che educa alla fede, vette che conquistano i giovani e Maria, madre di consolazione. Ogni dono ci lascia un impegno pastorale da attuare. La Terra ci sarà alleata se noi sapremo amarla dentro i percorsi parrocchiali della Laudato si’. Il cuore nostro sarà rimotivato nella Parola e nell’adorazione eucaristica, poiché adorare vuol dire avere un cuore grande, che contempla e accoglie il povero, in una casa aperta alla vita. Dove la catechesi è confronto con la vita reale della famiglia, con l’arte, con la politica, con le sfide sociali, con il perdono in casa e fuori. E i giovani potranno tornare a sognare, in oratori fatti fraternità, vincendo la facile insidia di scappare lasciando spogliate le aree interne.

La consolazione parte dal cuore di ogni mamma, sull’esempio della Madonna di Castelpetroso, per raggiungere anche i carcerati, tramite piccole comunità di accoglienza come la casa San Gaspare. Sì, il Sinodo è un fiore dai petali profumati di fraternità. Su queste linee lavorerà anche il Sinodo mondiale del 2023 (Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione), il cui cammino inizia in questo mese (il 10 a Roma, il 17 nelle diocesi), per intuizione di papa Francesco. Buon lavoro, pronti a offrire, se serve, qualche buon consiglio!

 

Prova la versione digitale del «Messaggero di sant'Antonio»!

Data di aggiornamento: 10 Ottobre 2021
Lascia un commento che verrà pubblicato