Dono di libertà
Cari amici in cammino e in ricerca vocazionale, il Signore vi dia pace.
L’Ordine Francescano, nei suoi tre rami (frati, suore, laici), è stato in ogni tempo un ardente focolare di santità. Si tratta di uomini e donne provenienti da tutti i ceti sociali e da ogni popolo che oggi, 29 novembre – festa dei santi francescani, ricordiamo e onoriamo in modo particolare. Vi sono martiri, dottori, sacerdoti, fratelli religiosi, laici, vergini, donne, fanciulli… santi famosi e conosciuti.., così come figure «piccole» e nascoste. Una moltitudine immensa radunata intorno al Poverello di Assisi e ispirata dalla sua Regola, approvata da papa Onorio il 29 novembre 1223.
In questa ricorrenza noi frati francescani (appartenenti al cosiddetto «Primo Ordine»), facciamo memoria e rinnoviamo i «Voti» (consigli evangelici) di castità, povertà e obbedienza, riconfermando il nostro desiderio e impegno di «osservare fedelmente il santo Vangelo» come indicato nella Regola.
Circa il senso di tale scelta e vocazione, riporto la testimonianza di un caro confratello, fra Massimiliano Patassini (32 anni), che il 7 ottobre è entrato definitivamente nell'Ordine francescano, lasciandosi alle spalle un brillante percorso di studi (un dottorato in matematica) e una promettente carriera accademica.
È incredibile come, dopo più di 800 anni, san Francesco continui ancora ad affascinare e inquietare e trascinare a sé dei giovani, nella sequela di Gesù, verso la santità!
Al caro fra Massimiliano come a ogni francescano, va oggi l'abbraccio fraterno di tutti noi insieme alla nostra preghiera.
Al Signore Gesù sempre la nostra lode.
Fra Alberto (fra.alberto@davide.it)
La professione solenne: quale dono?
Una domanda che ultimamente mi sono sentito rivolgere da amici e parenti è questa: cosa possiamo regalarti per la professione solenne? Che cosa ti serve?
Penso che la professione perpetua (o solenne, come più vi piace) di una persona sia un'occasione per tutti... un'occasione di incontro soprattutto. E, innanzitutto, di incontro con il Signore della vita, con Gesù!
Non è un affare solo mio (che faccio voto a Dio di vivere in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità per tutta la vita) con il Signore o della famiglia dei frati (nella quale entro definitivamente), ma tutta la Chiesa è coinvolta e partecipe! E credo abbia a che fare con tutto il mondo, perché il percorso di un uomo è intrecciato con quello di tutta l'umanità.
Penso quindi che questo semplice evento possa interpellare anche te, che stai leggendo...
Cosa c'è di mezzo? Il dono della vita. Chiariamo subito che non è il dono che io faccio della mia vita a Dio, ma piuttosto il dono che il Signore Gesù fa della sua vita a me e a ciascuno.
Sto imparando, nel mio cammino, a scoprire questo dono e ad accoglierlo passo dopo passo... ma, in che cosa consiste questo dono? È la gioia e la fatica, il dolore e la bellezza della relazione con il Signore Gesù. Tutto questo incarnato in un’esistenza concreta fatta di incontri, esperienze, sofferenze: è l’avventura della vita che io vivo, in prima persona, nella quale la scelta di diventare frate è una particolare concretizzazione della relazione con Gesù.
Per essere un po’ più concreto... dove incontro Gesù? Ho sempre tanto amato la ricerca e penso che questo sia un atteggiamento buono per incontrare Gesù: Lui già da sempre ci cerca, ci desidera e ci vuole incontrare. I luoghi che mi sono più cari sono il deserto (la preghiera, il Vangelo, fare spazio al Signore che desidera incontrarmi), il servizio al fratello (nelle tante occasioni che mi sono date: giovani, ragazzi, malati, anziani...), la fraternità e l’amicizia (il camminare insieme, il condividere ciò che ti scalda il cuore e che ti fa soffrire)... insieme alle sorprese che il Signore ci riserva.
Il dono che il Signore fa ha una qualità che aiuta a riconoscerlo tra le tante proposte che costantemente riceviamo: la libertà! Sei libero di accogliere o di rifiutare questo dono, non ti costringe, non ti obbliga... piuttosto ti attrae, perché in fondo Dio non desidera altro che ci volgiamo a Lui, per darci la sua stessa vita.
Fra Massimiliano