Il ritorno dei «musicantes»
Il made in Italy ha una lunga storia in Australia. Non è iniziato con la pasta, la pizza o il panettone, bensì con la musica. Fin dalla seconda metà dell’Ottocento nel Paese oceanico arrivarono i primi gruppi di emigranti da Viggiano (provincia di Potenza, Basilicata) con le loro arpe a tracolla. Un terremoto aveva colpito duramente il Sud Italia nel dicembre 1857 e proprio a Viggiano – paese che vanta una lunga tradizione artigianale nella costruzione di arpe – i morti furono ottocento. L’emigrazione fu l’unica soluzione al dramma umano che ne seguì. Nel decennio 1860-1870 i viggianesi erano già numerosi a Sydney, Melbourne e Adelaide. All’inizio si esibivano per le strade ed erano chiamati musicantes. Successivamente formarono gruppi di buon livello artistico, sempre più richiesti durante i balli e i ricevimenti di lusso, ma anche nelle sale di proiezione, dove accompagnavano i film muti da dietro le quinte.
Col passare del tempo, l’arte di costruire e suonare l’arpa si perse un po’ nel nulla. Da circa dieci anni, però, è in atto un ritorno alla tradizione. E gran parte del merito va a Davide Ierardi (nella foto), viggianese che ora abita a Melbourne. «Mi sono avvicinato al mondo della musica sin da piccolo – racconta il giovane –. Da autodidatta ho iniziato a suonare la fisarmonica diatonica e ho avviato un percorso di ricerca, salvaguardia e promozione del patrimonio musicale lucano». Dopo aver frequentato il Conservatorio di Potenza e un corso di laurea in Discipline della musica e dello spettacolo a Napoli, nel 2004 Davide inizia a suonare l’arpa popolare di Viggiano (arpicedda). Quindi, assieme al padre Giovanni, crea il primo laboratorio di costruzione d’arpa.
Gli anni passano, ma la passione per la musica popolare resta. È il 2012 quando Ierardi si trasferisce a Melbourne. In Australia conosce altri musicisti e, con Salvatore Rossano ed Emiliano Beltzer, forma il gruppo «Santa Taranta». «Taranta» è il termine pugliese per «tarantola», il ragno che, «pizzicando», scatena nella vittima un frenetico bisogno di danzare, per liberarsi dal suo veleno. Ovvio quindi che la «taranta» sia la musica più eseguita dal gruppo, seguita da pizzica, tammurriata, polka e jazz. I componenti della band, a turno, cantano e suonano la fisarmonica, l’organetto, la chitarra, la zampogna, il tamburello. Sono loro i nuovi musicantes che portano in Australia la musica tradizionale del Sud Italia. Non c’è da stupirsi se partecipano con successo a festival nazionali e sono invitati a esibirsi nelle scuole. «Il suono dei nostri strumenti – conclude Davide – è naturale, limpido, fresco, genuino. Per questo entusiasmiamo il pubblico e, dopo ogni spettacolo, ci sentiamo dire: “A quando la prossima volta?”».