03 Novembre 2018

La libreria italiana hub-culturale di Boston

È in corso a Boston, organizzato dalla libreria I AM Books, il I° Festival della letteratura italoamericana. Non è che l’apice di una serie di iniziative che mira a far conoscere la letteratura italoamericana negli States.
Boston: Nicola Orichuia e Jim Pinzio davanti alla loro libreria I AM Books
Boston: Nicola Orichuia e Jim Pinzio davanti alla loro libreria I AM Books

Nome americano, cuore italiano. «I AM Books» è l’unica libreria italoamericana degli Stati Uniti. È nata nel 2015 nel North End di Boston, l’antico quartiere italiano della capitale del Massachusetts. A fondarla Nicola Orichuia, emigrato dall’Italia nel 2008, e Jim Pinzio, italoamericano di terza generazione. Il loro è un progetto ambizioso: non solo far conoscere la cultura italoamericana, ma diventare ponte tra le diverse generazioni di italiani presenti a Boston. «Offriamo una vasta gamma di titoli e categorie che aiutano chi acquista libri da noi a capire meglio la nostra cultura». Per questo non siamo dinanzi a una semplice libreria ma a un vero e proprio hub culturale: «Quasi ogni settimana abbiamo almeno un evento, talvolta anche tre o quattro a settimana. Per lo più sono presentazioni di libri, ma anche concerti, rappresentazioni teatrali, lezioni d’italiano».

Da quest’anno, il 3 e il 4 novembre, addirittura un festival, IDEA Boston: «Vogliamo dare maggior enfasi al lavoro che cerchiamo di fare tutti i giorni in libreria, e nello stesso tempo vogliamo contribuire allo scambio di idee che sono la base per lo sviluppo di qualsiasi società».

Incontro tra generazioni di italiani

Nicola, prima di emigrare, faceva il giornalista per varie testate. «La molla per partire – racconta – è arrivata da mia moglie Alessandra, laureata in medicina, che voleva venire a Boston a specializzarsi in chirurgia, visto che qui ci sono alcuni tra i migliori ospedali al mondo». L’attitudine al cambiamento, però, risale agli anni del liceo: «Sia io che Alessandra abbiamo vissuto un anno all’estero e ci siamo incontrati su un aereo mentre eravamo di ritorno dalle nostre rispettive esperienze». Boston si è rivelata una città atipica negli States: «Qui c’è una grande apertura mentale. Si percepisce una spinta in avanti che è più difficile trovare o esprimere in altre parti degli Stati Uniti. Inoltre, la città ha un leggero carattere europeo, il che non guasta per noi che veniamo dall’Europa».

Una sfida imprenditoriale

Far «attecchire» una libreria italoamericana a Boston è stata una sfida: «Fino a pochi anni fa qui era molto difficile far apprezzare autori stranieri. L’Italia è molto più ricettiva in tal senso. Tuttavia, ultimamente anche qui sta crescendo l’interesse per la letteratura di altri Paesi, Italia in particolare. Inoltre, nella nostra nazione leggere costa meno e ci sono molti incentivi per promuovere la lettura mentre negli States i libri sono più costosi e gli incentivi sono pochi».

L’iniziativa di Natale di «I AM Books», quest’anno ha tutto il sapore della tradizione: «Introdurremo la tombolata che, negli Stati Uniti, non esiste; qui c’è il Bingo». L’Italia vista da Boston provoca un mix di nostalgia e rammarico: «Nostalgia per la famiglia, per gli amici e i luoghi cari alla memoria. Allo stesso tempo c’è un fondo di rammarico per le opportunità mancate nel nostro Paese che, sia chiaro, nessuno lascia a cuor leggero».

Data di aggiornamento: 03 Novembre 2018
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