Le avventure di Totò
Ci aveva già divertito e commosso con Le disavventure di Totò. Ora Vittorio Capotorto, uomo di teatro e di letteratura, oltre che di solida cultura, avvezzo a ogni nuova sfida, e affetto da un’inguaribile e scoppiettante vitalità, è tornato alla carica con questo nuovo «romanzo di racconti»: Le avventure di Totò, con la prefazione di Dacia Maraini e le illustrazioni di Maureen González.
Il personaggio principale, Totò (Salvatore) Violante è sempre lo stesso, ma questa volta il nostro eroe si trova alle prese con le tensioni dell’adolescente che si appresta a spiccare il volo per diventare finalmente un giovane adulto e, cammin facendo, scopre sentimenti, responsabilità e impegni nuovi, grazie ai vari accadimenti che capitano nella comunità in cui vive. Alcuni di questi episodi sono verosimili, altri sembrano creati ad arte da Capotorto, con arguzia e passione.
L’autore de Le avventure di Totò ci restituisce il profilo, a tutto tondo, di un ragazzo di cuore, Totò appunto, nella cui metamorfosi si mescolano esperienze autobiografiche dell’autore, ricordi di una vita, vicende forse iperrealiste, ma che riflettono, come uno specchio fedele, l’esistenza di tante persone comuni. Le disavventure, anche ideali, che ci hanno reso simpatico e fatto conoscere Totò già nell’opera precedente, assumono in questo nuovo romanzo un tono più rassicurante e confidenziale, probabilmente per il fatto che il protagonista è nel pieno della sua evoluzione caratteriale verso quella maturità a cui la vita lo chiama sempre più insistentemente.
Per sfidare le convenzioni, i misteri e le afflizioni della quotidianità, oltre che per perorare la sua aspirazione a fare teatro o il desiderio di un fratello, Totò non lesina di confrontarsi con sua madre Maria, autentico e fedele deus ex machina, costretta, suo malgrado, dal bisogno del figlio di essere lei, per lui, un punto di riferimento, di comprenderne le sue crescenti tensioni, di offrirgli la sua saggezza, e al bisogno, di rinnovargli le raccomandazioni – come ogni buona madre, leale e onesta – affinché suo figlio non smarrisca il lume della ragione, e con esso la retta via. E senza perdere contatto con la realtà, restando con i piedi ben piantati a terra poiché volare con l’immaginazione è certamente un’esperienza doverosa e irrinunciabile per ogni adolescente, ma senza abdicare a quel senso di concretezza che ogni adulto deve privilegiare, anche quando vorrebbe continuare a sognare a occhi aperti.