11 Novembre 2018

Limiti e pregi degli onnipresenti festival

La parola «festival» è diventata come il prezzemolo, da piazzare dappertutto a torto o a ragione, ma in definitiva sembra presto per stancarsi del fenomeno dei festival (quelli fatti bene) o per pensare di rottamarli
scena di piazza a Bologna all'edizione 2018 del Festival Francescano
Pubblico in piazza Maggiore a Bologna all'edizione 2018 del Festival Francescano
©DaniloCrecchia/FestivalFrancescano

«Gentile direttore, le mezze stagioni non ci saranno forse più, ma intanto l’autunno è tornato con la sua indigestione di festival più o meno culturali e più o meno spirituali a intasare i centri cittadini e le pagine dei giornali. Così, mentre arretrano le vecchie e gloriose sagre paesane, ma anche gli incontri di approfondimento più serio, questi luna park della cultura spopolano, propinandoci, con piccole variazioni, sempre gli stessi nomi dei soliti noti, a volte pure a pagamento. Anche le voci di Chiesa sono sempre quelle, quando le hai sentite una volta sai già dove vanno a parare, sia che siano ospiti del festival del tortellino o di quello della stufa a pellet. Vorrei un festival della quotidianità, un antifestival. Ma temo ci sia già. Gradirei sapere che cosa ne pensa».

Lettera firmata

Grazie per il sorriso che la lettura del suo scritto mi ha strappato!

In tutta onestà, però, mi sembra presto per stancarsi del fenomeno dei festival o per pensare di rottamarli: a vantaggio di chi, poi, o di quale formula alternativa? Quelli organizzati bene (non tutti, quindi) offrono ricadute positive per ogni attore in campo. Per chi vi partecipa da spettatore, per chi accoglie l’iniziativa, per gli ideatori, per i relatori. È un prodotto culturale e turistico difficile da cancellare, forte com’è di tanti elementi vincenti: ti consente di staccare dalla tua vita ordinaria, di visitare una bella città, di seguire le tue passioni costruendoti un percorso personalizzato nel palinsesto di eventi concomitanti, di incontrare altre persone dai gusti comuni, di ascoltare dal vivo esperti-scrittori-intellettuali altrimenti difficilmente avvicinabili.

Alla fine ci si porta a casa un libro, un’idea, una scoperta, una conferma, un dubbio, nella migliore delle ipotesi un’apertura di orizzonte. Cibo per l’animo, dove il valore aggiunto culturale è dato dalla dimensione esperienziale dell’evento, che fa rivivere lo spirito dell’agorà, della piazza, luogo di riunione e confronto, di condivisione e di comunicazione. Alla faccia di quanti ipotizzavano che l’altra piazza, quella digitale del web, avrebbe reso superfluo e antiquato l’incontrarsi viso a viso…

Allo stesso tempo, sono disponibile con lei a segnare alcuni distinguo. Da quando è diventata di moda, la parola «festival» è diventata come il prezzemolo, da piazzare dappertutto a torto o a ragione, tanto da creare rigurgiti da «indigestione», appunto. Ciò non significa che i festival «autentici» siano solo quelli grandi e affermati, anzi: si respira lo spirito sano dell’evento anche in diversi titoli minori, come può essere ad esempio il «nostro» Festival francescano, che il «Messaggero di sant’Antonio» supporta fin dai sui esordi, risalenti ormai a dieci anni fa.

Tra le righe, leggo anche la critica al festival come fenomeno economico. Lo è e non lo è. La gran parte si sostentano con sponsor, pubblici e privati. A volte ce la fanno ad autofinanziarsi così, in altri casi devono avvalersi dell’aiuto diretto della platea di riferimento, chiedendo un contributo in denaro per alcuni eventi. Non ci vedo, in questo, nulla di male. Anzi, è una responsabilizzazione di chi fruisce del servizio.

Infine, gli interlocutori cattolici sono sempre quelli. È vero solo fino a un certo punto (e vale comunque anche per il mondo laico). Magari potessimo contare su una platea più ampia e ringiovanita di figure significative e autorevoli, al di là dei soliti nomi! Siamo certi, però, che il pubblico accorrerebbe in egual misura? E non sarebbe, invece, tiepido e scettico nel seguire e sostenere voci sanamente alternative? È un compito per tutti noi, cristiani, cittadini, lettori, ai festival e non solo!

Data di aggiornamento: 11 Novembre 2018
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