Migrazioni d’autunno
All’improvviso se ne sono andati. Ti svegli al mattino e i loro voli non solcano più il cielo di Matera. I grilli-talpa, le cavallette, le libellule, il loro cibo prediletto, possono tirare un sospiro di sollievo. Noi, invece, ci sentiamo più malinconici.
I falchi grillai sono piccoli ed eleganti. Hanno «il dorso rosso mattone» e «artigli pallidi, affilati come coltelli». Sono arrivati mesi fa con il primo caldo, hanno annunciato la primavera dopo aver risalito il pianeta dalle Afriche più lontane. Hanno ritrovato vecchi amici, compagni e compagne di amori e cacce. La loro casa li ha attesi: hanno fatto solo qualche restauro, riparato piccole crepe, reso confortevole il nido, ripulito la polvere dell’inverno. Matera è la loro terra.
A fine primavera, sono nati i figli. Nei mesi dell’estate, i falchi hanno avuto attenzione solo ai loro piccoli. Li hanno nutriti, li hanno aiutati a crescere, hanno insegnato loro i primi rudimenti del volo. A sera, gli adulti hanno la strana abitudine di ritrovarsi, per dormire, sui rami di un grande pino marittimo fuori dai Sassi di Matera, al centro di una rotonda trafficata.
E adesso guardo il cielo fuori dalla mia finestra. Se ne sono andati, sono ripartiti, dovranno scavalcare il Sahara e raggiungere altri nidi nel profondo Sud del mondo.
Per noi, comincia l’attesa del loro ritorno.
Questa mattina un ritardatario era ancora in volo. Forse si godeva un’ultima volta, in solitudine, la bellezza della città.
«Il nostro pianeta è attraversato da miliardi di animali migratori». Per spiegare l’impressionate fenomeno delle migrazione, Francesca Buoninconti, giornalista e naturalista, scrive: «Si viaggia perché i benefici derivanti dall’arrivo a destinazione superano i costi: possiamo dire che i migratori preferiscono andare incontro a una morte probabile, per sfuggire a una morte certa».
Da leggere: Senza confini, le straordinarie storie degli animali migratori di Francesca Buoninconti (Codice editore).