In missione per conto di una donna
Fra Raffaele Di Muro di Milizia dell’Immacolata (M.I.) se ne intende. Non solo perché da anni ne è l’assistente internazionale. E nemmeno perché, da qualche mese, ne è diventato anche presidente. Bensì perché dell’opera e del pensiero di san Massimiliano Maria Kolbe è un profondo conoscitore – non a caso dirige la Cattedra Kolbiana presso la Pontificia facoltà teologica san Bonaventura –. In quest’anno in cui ricorre il centesimo anniversario della fondazione della Milizia, padre Raffaele è quindi la persona giusta per comprendere l’attualità di questo «carisma».
Msa. «Correva l’anno 1917. Con il consenso del Padre Rettore, ebbe luogo, di sera, la prima riunione, in segreto, in una cella interna chiusa a chiave realizzata con una parete provvisoria. Di fronte a noi vi era una statuetta dell’Immacolata fra due candele accese». Così troviamo scritto nel diario di san Massimiliano Kolbe. Padre Raffaele, che cosa accadde quella notte del 16 ottobre 1917?Di Muro. La notte del 16 ottobre, dopo aver ottenuto il consenso del Padre Rettore, fra Massimiliano e i suoi fratelli si dedicano alla preghiera. Li immagino contenti, trepidanti, entusiasti, desiderosi di una grande impresa spirituale. Ognuno prega nel proprio cantuccio e si affida all’Immacolata, custode e ispiratrice dell’opera missionaria che vanno a intraprendere.
Come nacque in san Massimiliano l’ispirazione di fondare, a soli 23 anni, un’Associazione universale e internazionale dedicata a Maria Immacolata? Il giovane fra Massimiliano è testimone di eventi terribili per la Chiesa del tempo, avversata dai massoni, i quali inscenano manifestazioni blasfeme che arrivano fino a San Pietro. La guerra, l’odio e la povertà imperversano su tutta la Terra: il giovane francescano sente che è importante dare il proprio contributo alla Chiesa e all’umanità in difficoltà. Pensa subito a un grande movimento, perché sa che tutto ciò che l’Immacolata «tocca» diventa immenso.
Come si configura oggi la Milizia, e quali sono i suoi capisaldi? La M.I. di oggi ha gli stessi elementi base tipici del periodo di Massimiliano: la possibilità – data a ogni membro – di realizzare un cammino di elevata vita spirituale, l’amore sconfinato verso l’Immacolata – alla quale ci si affida incondizionatamente –, la preghiera, il sostegno alla Chiesa e l’invito rivolto ai fratelli e alle sorelle a scoprire la bellezza della presenza di Cristo e di Maria. La vocazione della M.I. è senza dubbio missionaria.
Quanti sono gli aderenti e com’è diffusa la Milizia nel mondo? È difficile fare delle stime, perché san Massimiliano ha previsto, oltre alla classica aggregazione in gruppi, la partecipazione personale alla vita della M.I., cioè in forma autonoma rispetto ai centri istituiti. C’è un dato che, però, fa riflettere: solo nelle nazioni in cui la M.I. è più presente e organizzata, cioè in Polonia, in Brasile e in Italia, ci sono più di 5 milioni di iscritti.
Come spiega lei la parola «milizia» legata a Maria, visto che, almeno in italiano, tale termine non ha una buona fama? Non si potrebbe tradurla in altro modo? Il termine «milizia» è legato alle vicende che hanno preceduto la nascita della M.I., cioè alla necessità di difendere la Chiesa dagli attacchi dalla massoneria. Oggi la M.I. mantiene la dicitura latina Militia Immaculatae, con la possibilità che ogni nazione utilizzi il nome più adatto rispetto alla sensibilità del luogo. La denominazione che si va affermando, soprattutto nei Paesi francofoni, è «Missione dell’Immacolata». A mio avviso, è il nome che si affermerà in futuro.
All’articolo 17 degli Statuti generali della Milizia, si legge: «Particolare premura è riservata alla presenza dei giovani. Ogni Centro Nazionale si adopera per organizzare il Movimento Giovanile M.I. quale parte integrante dell’Associazione. Per tale Movimento il Direttorio nazionale disporrà uno specifico itinerario formativo e pastorale». Che cosa propone quest’esperienza a un ragazzo o a una ragazza di oggi? La M.I. oggi è costituita in gran parte da giovani (in Brasile, ad esempio, è un movimento tipicamente giovanile), perché propone loro un itinerario di crescita spirituale con la figura dell’Immacolata come riferimento. Chi fa parte di questo cammino impara a sperimentare la dolcezza e l’importanza della presenza materna di Maria, secondo lo stile di Kolbe, il quale, nelle mani di Maria ha compiuto prodigi d’amore. I giovani sono attratti dalla figura di Massimiliano, perché egli indica loro la possibilità di un amore vero in un mondo particolarmente bisognoso di carità.
Insomma, anche nel 2017 si può trovare molto di buono per la propria vita in un’associazione nata cent’anni fa. Ma come far conoscere a più largo raggio, e in modo trasversale alle diverse età, la M.I.? Il segreto è quello di saper parlare a tutte le generazioni con le modalità giuste. La M.I. oggi usa molto i social per esprimersi ai più giovani, ma non ha dimenticato forme tradizionali di preghiera e di missione, care alle generazioni più datate. Kolbe insegna che la comunicazione è davvero fondamentale per parlare al cuore della gente. Lui era un maestro nel comunicare il Vangelo. La stampa era ed è un mezzo di diffusione efficacissimo per arrivare al cuore della gente e san Massimiliano lo usa con maestria e in modo abbondante. Egli guardava alla comunicazione in generale, perché è fondamentale per un movimento missionario saper parlare al cuore di ognuno, con la sensibilità che ciascuno gradisce. Il desiderio di padre Kolbe era quello di giungere a tutti, di portare a ogni cuore l’amore dell’Immacolata.
L'intervista integrale si può leggere sul Messaggero di sant'Antonio di ottobre 2017 come pure nella versione digitale della rivista.
ZOOMDa oggi, e fino al 18 ottobre, a Roma, si ricorda in modo solenne, alla presenza di circa mille persone provenienti da tutto il mondo, il centesimo anniversario di fondazione della M.I. Oggi (ore 16) si tiene una celebrazione introduttiva in Sant’Andrea delle Fratte Valle (dove san Massimiliano celebrò la prima Messa); seguirà una veglia di preghiera, alle 20.30, nella basilica di Sant'Andrea della Valle (dove san Massimiliano fu ordinato). Domani, 17 ottobre (ore 20), è previsto, sempre in Sant'Andrea della Valle, un concerto di canti su Kolbe e la M.I. Il movimento si ritroverà poi mercoledì 18 ottobre alla presenza del Papa in udienza generale. Le celebrazioni si concluderanno nella stessa giornata (ore 17) con la s. Messa sempre nella basilica di Sant'Andrea. In questi tre giorni, i gruppi visiteranno la cella di fondazione della M.I., nel convento di via San Teodoro 42, sede primaria del movimento.
Anche nella Basilica del Santo, a Padova, non mancheranno le celebrazoni in memoria della fondazione della Milizia dell'Immacolata. In particolare domani, 17 ottobre, alle ore 20.45, nella Sala dello Studio Teologico, si terrà la presentazione del cofanetto con CD e libretto dell'oratorio in un atto per soli, coro, voci recitanti e orchestra, dedicato a Kolbe (testi di fra Luigi Francesco Ruffato, frate conventuale del Santo e fondatore dei centri culturali Antonianum di Milano e Kolbe di Mestre; musiche del celebre flautista e compositore contemporaneo Roberto Fabbriciani). Il CD è stato registrato nella Basilica del Santo a Padova a giugno 2017, durante l’esecuzione dell’oratorio in prima nazionale assoluta con l’Orchestra di Padova e del Veneto, il Kolbe Children’s Choir e la Polifonica Benedetto Marcello del Centro culturale Kolbe di Venezia-Mestre (gli ultimi due preparati dal maestro Alessandro Toffolo) diretti dal giovane e trascinante direttore Alessandro Cadario. Una quindicina gli interpreti a cui erano affidati i dialoghi del lavoro teatrale, alcuni dei quali particolarmente vibranti e commoventi. Tra le voci recitanti Adriano Spolaor, Massimo D’Onofrio, Stefania Bellamio. Per info: http://www.santantonio.org/it/content/grande-grande-amore-uscita-il-cofanetto-con-la-registrazione-dellopera-di-luigi-francesco
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