Pakistan, SOS dei cristiani

Mercoledì 16 agosto a Jaranwala si è consumato l'ennesimo abuso ai danni della comunità cristiana in Pakistan per mano dell'estremismo islamico. Dopo decenni di lotte e prevaricazioni la libertà di culto nel Paese sembra ancora lontana.
| Redazione

Oltre venti chiese e un centinaio di case bruciate: è il bilancio di un mercoledì di ordinaria follia nel Pakistan orientale, dove ormai da decenni le minoranze cattoliche subiscono abusi e prevaricazioni da parte dell'estremismo islamico. L'ultima provocazione ai danni della comunità cristiana nel Paese è avvenuta mercoledì 16 agosto, quando, a seguito di false accuse di blasfemia contro due fedeli, a Jaranwala, nel distretto Faisalabad del Punjab, migliaia di musulmani hanno devastato le chiese e un centinaio di case che ospitavano i cristiani

«Mi mancano le parole mentre scrivo - commenta a caldo Joel Aamir Sahotra, ex membro del Parlamento pakistano, in un messaggio inviato alla redazione del "Messaggero di sant'Antonio" -. Noi pakistani cristiani siamo profondamente addolorati e angosciati per quanto è avvenuto a Jaranwala, nel distretto pakistano di Faisalabad. Più di venti chiese stanno bruciando mentre scrivo questo messaggio. Le Bibbie sono state dissacrate e i cristiani accusati ingiustamente di violare il sacro Corano. Noi piangiamo invocando giustizia e azioni da parte delle forze dell'ordine e di chi dispensa sicurezza a tutti i cittadini, affinchè intervengano immediatamente e ci assicurino che le nostre vite sono preziose nella nostra patria. Patria che, tra l'altro, ha appena celebrato l'indipendenza e la libertà (il 14 agosto scorso ricorreva il 76° anniversario dell'indipendenza del Paese, ndr)». 

«Non è la prima volta - continua Sahotra in riferimento alle devastazioni di mercoledì scorso -, questi fatti accadono ormai continuamente. Noi cristiani ci sentiamo disperati, dal momento che siamo i pionieri del Pakistan. Ci fu promesso dal fondatore del nostro Paese, Mohammad Ali Jinnah, che qui avremmo goduto di uguali diritti, in quanto uguali cittadini. Che saremmo stati liberi di professare i nostri culti religiosi e che, dal punto di vista costituzionale, ci sarebbe spettato uno status paritario. Ma dopo sette decenni stiamo ancora lottando per provare che siamo leali e fedeli al nostro Paese. Non ci sono parole per descrivere il terribile attacco di oggi. Noi pakistani cristiani chiediamo all'Occidente e all'Europa di farsi avanti per proteggere la nostra comunità, dal momento che stiamo affrontando enormi sfide e violazioni dei diritti umani».

Data di aggiornamento: 20 Agosto 2023