Saper soffrire per ri-creare
«Gesù dice per bocca di Isaia: “Ho faticato a vuoto, per nulla e invano ho consumato le mie forze” (Is 49,4). Nella creazione il Signore non ha faticato, perché “ha fatto tutte le cose che ha voluto” (Sal 134,6); ma nella ri-creazione faticò tanto, che “il suo sudore fu di gocce di sangue che scorrevano in terra” (Lc 22,44)». Sant'Antonio, Sermoni, Domenica IV dopo Pasqua, I, 5
Mi consola che anche il nostro Santo dica: «Quanto grande è la distanza tra il dire e il fare, altrettanta ce ne fu tra il creare e il ri-creare»; ne ho bisogno perché ogni giorno mi confronto con i miei tentativi di essere un frate migliore, ogni giorno attorno a me sento tanti «faccio fatica…, è difficile…».
Ogni giorno vedo a rischio di lacerazione relazioni affettive, amicali, famigliari, lavorative e quant’altre. Sembra che tutto il bene per cui tentiamo di spenderci con buona intenzione e che ci fa qualche volta se non fieri almeno contenti di noi, ci scivoli via come sabbia dalle mani, e tutto improvvisamente appaia essere stato un impegno buttato, una presa in giro, un tradimento. E inizia allora un sottile ma ben curato viaggio nel rancore, tra solenni autogiustificazioni o ripiegamenti in sensi di colpa, entrambe derive infelici e da non praticare.
Il nostro sant’Antonio che conosceva bene – e come confessore e come uomo sulla strada – il «guazzabuglio» che è nel cuore umano fatto di sogni e di frustrazioni, ci sprona a uscirne guardando al di sopra delle nostre «piccole» situazioni, non per alienarci o consolarci «alla buona», ma per farci apprendere qualcosa che apra a migliori vie d’uscita. E punta così dritto al progetto di salvezza di Dio in Gesù Cristo: «Agevole e facile fu la creazione, che avvenne con una sola parola; ma la ri-creazione fu molto difficile, perché avvenne per mezzo della passione e della morte». Come dire che il Creatore disegnò da par suo la scena di tutta la scenografia ambientale e umana del bene possibile, ma sapendo – eccome! – che il vero e duraturo Bene sarebbe passato dal proprio Dolore, dalla ri-Creazione: «Il Signore quindi faticò e così ci strappò dalle mani del diavolo».
Ebbene sì, anche noi ci sbizzarriamo in lodevoli e promettenti «creazioni», in cui tutto sembra funzionare, o dovrebbe funzionare. Arriva poi, però, il momento in cui bisogna ri-creare, cioè amare fino al sacrificio di sé quel pezzetto di creato che ci è affidato: se stessi, la famiglia, i figli, il lavoro, i conflitti, gli stessi nemici. Tutto da ri-creare, sempre. E se questo non è facile, è però indispensabile.
Il presente articolo è leggibile anche sul numero di febbraio 2019 del «Messaggero di sant’Antonio» e nella corrispondente versione digitale.