Tradimento e perdono

«O dolore! Si tenta di dare un prezzo a ciò che è inestimabile! Quanti Giuda Iscariota, purtroppo, ci sono anche oggi! Per il tornaconto di un qualche vantaggio terreno, vendono la verità» (Quinquagesima 15).
26 Aprile 2022 | di

Ci sono domande che possono suscitare sgomento, tanto sembrano essere violente e traditrici. È il caso della domanda che Giuda pone ai capi dei sacerdoti: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?» (Mt 26,15). Sant’Antonio sembra rimanere letteralmente trafitto da tale interrogativo, al punto che subito esclama: «O dolore!». Perché, davvero, si sente un vero e proprio dolore quando, a essere tradita e mercanteggiata, è una delle dimensioni più sacre delle relazioni umane, quella dell’amicizia. Il rapporto che Gesù aveva instaurato con i suoi discepoli – anche con Giuda! – era all’insegna di una grande fiducia, pazienza e benevolenza: atteggiamenti di un valore inestimabile! E il nostro Santo coglie nel segno quando si chiede che cosa mai si possa dare in cambio di un tesoro così immenso come quello regalatoci da Gesù, con la sua amicizia che salva. Nulla! Dobbiamo riconoscere che quanto Giuda ha compiuto non appartiene soltanto al passato, non interessa soltanto lui.

Anche noi possiamo fare l’esperienza della fragilità, sentire tutto il peso della nostra miseria e scegliere vie facili, forme di tradimento dell’amore: cercando «salvezza» da soli attraverso comportamenti che, alla fine, svalutano l’altro o lo umiliano. Quando cerchiamo salvezza nel possesso, nelle macchinazioni del potere o nell’immagine appariscente di noi, inevitabilmente qualcuno deve rimetterci, qualcuno diventa più povero ingiustamente e viene umiliato. Diventa importante guardare a Giuda per riconoscere nel suo tradimento anche tutte le nostre falsità. Scopriamo però nelle parole di Antonio un varco prezioso per ritrovare la strada quando ci allontaniamo dall’amicizia del Signore: sarà vitale «intenerire il proprio cuore e richiamarlo alla pietà».

Un punto di ripartenza sicura sembra essere proprio questo: ravvivare nell’intimo il ricordo di quanto Gesù, nostro amico e familiare, ha fatto e continua a fare per noi. Questo stile incomparabile del Signore, di assoluta autodonazione, va assaporato con il cuore, gustato in profondità. Occorre che il ricordo di lui sia vivo, generatore di affetto sincero. A seguito dei nostri tradimenti ritorniamo al Signore, chiedendogli misericordia. Ciò che non ha fatto Giuda, che si è impiccato al cappio della sua solitudine, anziché fare ritorno alla fonte luminosa della tenerezza di Dio. Fare ritorno: tante e tante volte, nella nostra vita, saremo chiamati a questa strategia di salvezza, ricominciare daccapo da colui che ha una sola parola da dirci, quella del suo perdono senza confini.

Prova la versione digitale del «Messaggero di sant'Antonio»! 

Data di aggiornamento: 26 Aprile 2022

1 comments

29 Aprile 2022
quanto mi fa riflettere e quanto mi ricorda una storia personale,fatta da amicizia storica e fraterna,un amico conosciuto alle superiori,incontrato poi all'università,venuto alle mie nozze,padrino di mia figlia,accanto al letto di morte di mio padre di cui anticipò la diagnosi ferale,vicino alla morte di mio marito,alla laurea di mia figlia,mi sentii tradita quando in seguito ad un incidente da me patito gli chiesi un parere professionale dato che era medico legale,non uno schieramento....mi rispose che non voleva....mi sentii tradita,profondamente,tutt'ora porto le conseguenze di quell'incidente,la delusione mi portò a non perseguire i miei diritti,ma l'amicizia fini...ogni tanto sentivo in segreteria telefonica che mi cercava...o voleva scusarsi...poi seppi che era morto,e il mio cuore pianse e tutt'ora piange pensando alle tante belle situazioni di vera e buona amicizia condivisa con tutta la mia famiglia,e venni in Basilica,e pregai x lui che si definiva ateo... e allora mi sembra che ad averlo tradito sia stata io,credo,prego e ringrazio
Elimina
di maria rosa

Lascia un commento che verrà pubblicato