Kitō Aya è una quindicenne giapponese come tante altre. Un po’ ingenua e irruenta. La sua vita procede serena tra le lezioni scolastiche, la famiglia e gli amici. Fino a quando qualcosa di strano inizia a trasformare il suo corpo, sempre più magro e scavato. I movimenti rallentati, gli arti rigidi, le cadute improvvise e la camminata incerta sono spie di una malattia – l’atassia spinocerebellare (SCA) – che la trascinerà in un vortice di dolore e sofferenza.
Tra ricoveri, riabilitazioni ed esami d’ogni sorta, Kitō Aya troverà comunque la forza di reagire annotando i suoi pensieri in un diario. Un diario che, pubblicato in Giappone a fine anni ’80 (dove ha venduto oltre un milione di copie), ora è sbarcato finalmente anche in Italia. Per commuoverci, ma soprattutto per farci riflettere su come – anche nel buio più profondo –, se guardiamo bene, possiamo scorgere la luce.