Un tuffo nell’antica Narnia
Chi arriva a Narni (TR) non ha dubbi: è un luogo da favola. E non solo perché lo scrittore britannico Clive Staples Lewis usò il nome romano del borgo per la sua serie fantasy più famosa: Le cronache di Narnia. Incastonata sulla sommità di uno sperone di roccia, al confine tra Umbria e Lazio, circondata dal verde rigoglioso, Narni sovrasta le gole del Nera e la conca ternana. Ma è l’impatto con le sue architetture stratificate a renderla speciale.
Di antica fondazione, in epoca romana divenne un nodo stradale strategico, posto com’era sulla via Flaminia, ben difeso dagli aspri crinali. Un vantaggio che era al contempo un limite, perché proprio in ragione della sua posizione subì assedi e distruzioni in ogni epoca. Non a caso le tracce romane si fondono con le architetture medievali e quelle lasciate dal lungo dominio dello Stato Pontificio, di cui la rocca di Albornoz – che sovrasta il borgo – è l’esempio più famoso. Degni di nota il palazzo del Podestà, quello dei Priori e la cattedrale di San Giovenale, il patrono. Narni è uno scrigno di sorprese anche nel sottosuolo.
Il percorso underground guidato inizia in una chiesetta (XII sec.) del complesso conventuale di San Domenico (scoperta solo nel 1979), continua in una cisterna romana, probabile pertinenza di una domus, fino a giungere in una grande sala detta «dei tormenti», un tempo luogo in cui si effettuavano gli interrogatori della Santa Inquisizione. È possibile anche chiedere su prenotazione la visita a un tratto dell’acquedotto romano della Formina.
Per gli appassionati di rievocazioni storiche, Narni è famosa per la «Corsa all’anello», una festa medievale che avviene a fine aprile e che è un vero e proprio viaggio nel passato. Gli abiti sono ricostruiti con dovizia filologica, le taverne preparano cibi medievali, mentre nelle piazze si svolgono combattimenti con le antiche armi. Il fulcro della festa è la competizione equestre, vissuta ancor oggi con vera passione.