Tante maestre per cambiare l'Africa
È possibile raggiungere un milione di beneficiari con un progetto di 21 mila euro? Secondo suor Mary Josephine Nakaggwa assolutamente sì, a patto che si ascolti la voce dell’Africa e dei suoi missionari. Suor Mary Josephine fa parte della congregazione delle Piccole sorelle di san Francesco ed è responsabile del St.Mary Teachers’ College Bukedea in Uganda. Il collegio si trova nel villaggio rurale di Okunguro, a 285 chilometri da Kampala, la capitale. «Diamo una formazione di qualità alle ragazze che vogliono diventare insegnanti delle scuole primarie e degli asili nido – spiega la superiora –. Attualmente ne seguiamo 431, 300 per le primarie e 131 per gli asili nido».
Questa scuola di periferia, nata per iniziativa della Chiesa locale addirittura nel 1942, è l’unico istituto in tutto l’Est Uganda ad avere tale specializzazione. Suor Mary Josephine ha ben chiara l’importanza della sua missione: «Crediamo che gran parte dei problemi che affliggono l’Uganda, come del resto molti Paesi del Terzo mondo, dalla malnutrizione all’alta mortalità infantile siano dovuti al basso livello di scolarizzazione, soprattutto tra le ragazze».
Emergenza insegnanti
A darle ragione le cifre di un recente rapporto dell’Unesco sulla condizione dell’insegnamento nel mondo: l’Africa, maglia nera del globo, avrebbe bisogno di quasi 20 milioni di insegnanti di scuola primaria e secondaria per raggiungere l’obiettivo di scolarizzazione fissato nel 2030 dalle Nazioni Unite. Solo l’Africa Sub-sahariana, a cui l’Uganda appartiene, avrebbe bisogno di 17 milioni di insegnanti. Dunque, una carenza nella carenza.
A ciò si aggiunge il fatto che il Continente nero ha la popolazione in età scolare con il maggior tasso di crescita al mondo. In particolare, in Uganda c’è in media 1 insegnante ogni 41 bambini, ma il rapporto peggiora, e di molto, nelle zone rurali.
«Formare insegnanti donne ha un duplice valore – continua suor Mary Josephine –: dà la possibilità alle donne di lavorare e acquisire un’importanza sociale e, soprattutto, consente di preparare le bambine ad affrontare le sfide del futuro». Una donna istruita sarà in grado, per esempio, di curare l’alimentazione della famiglia, prevenire le malattie, mandare i figli a scuola. L’organizzazione americana The One Campaign ha stimato che l’accesso a un’istruzione di qualità potrebbe salvare 2.800 persone al giorno nei Paesi poveri e che un’istruzione paritaria tra maschi e femmine farebbe risparmiare a questi stessi Paesi 308 milioni di dollari al giorno.
Forte di questa consapevolezza, suor Mary Josephine ha chiesto a Caritas Antoniana un intervento strutturale, semplice ma di grande efficacia: «Il governo dell’Uganda paga i nostri insegnanti e alcune spese di gestione, ma non ci dà un soldo per le nostre strutture che sono degli anni ’40». In particolare il dormitorio delle insegnanti in erba era il più danneggiato: ci pioveva dentro, non c’era un sistema idrico e muri e infissi erano ormai fatiscenti. «Le condizioni di vita nella nostra scuola erano al limite della dignità – continua la direttrice –, le allieve dovevano persino cercare l’acqua da bere, perdendo tempo prezioso. Se però ognuna di loro deve diventare un’insegnante, quindi un punto di riferimento per una comunità, il senso della propria dignità è fondamentale».
Grandi potenzialità
Caritas Antoniana approva il progetto di ristrutturazione del dormitorio per 21 mila euro nel dicembre del 2017. In meno di 8 mesi l’Africa ci sorprende per la sua capacità di progettare ed eseguire un intervento efficiente e attento a ogni singolo dettaglio: «Abbiamo scelto – scrive suor Mary Josephine – materiali e operai del luogo per dare un contributo all’economia locale, visto che qui il 54 per cento della popolazione è in povertà assoluta. Il progetto è stato concepito per garantire l’efficienza energetica e nel rispetto di tutti i principi ecologici. Gli alberi utilizzati provengono da una piantagione controllata, mentre un sistema di canalette raccoglie l’acqua piovana, la mantiene salubre e disponibile per le necessità del nostro college».
Il 14 agosto 2018, tutto è pronto per il nuovo anno. Ed è ancora una volta la direttrice a spiegare l’impatto di questo piccolo grande progetto: «Innanzitutto ha innalzato la dignità delle ragazze e acceso l’entusiasmo. Poi è diventato un esempio di come dovrebbe essere l’edilizia per l’Africa, rendendo orgogliosa la gente che ci ha lavorato. Il sistema idrico ha liberato il tempo delle allieve e l’acqua potabile a disposizione ridurrà di molto le infezioni». Il progetto è diventato anche un punto di riferimento per la formazione degli insegnanti sia per la Regione che per lo Stato. «Quando le lezioni saranno finite – continua la suora –, i locali del dormitorio diventeranno sede di workshop e seminari di aggiornamento per gli insegnanti dell’Uganda. Non solo, la nostra scuola prepara ogni anno centinaia di maestre e leader comunitari, destinati a operare in tutto il Paese. Ho provato a fare un rapido calcolo dei beneficiari diretti e indiretti di questo progetto e mi sento di dire che solo in quest’anno arriveremo a più di un milione di persone. Grazie davvero per il vostro supporto. Che Dio conservi il vostro sguardo per gli ultimi. Pregate per noi così come noi preghiamo per voi».