Giornata Missionaria Mondiale, per infondere speranza
Per la tradizionale Giornata Missionaria Mondiale (Gmm) – che quest’anno si celebra domenica 23 ottobre – è stato scelto un tema che rientra pienamente nel contesto dell’anno giubilare indetto da papa Francesco: «Nel nome della Misericordia». In effetti, l’evangelizzazione «Ad Gentes», teologicamente parlando, è espressione dell’amore misericordioso del Padre. Una rivelazione, questa, che ha raggiunto il suo compimento in Gesù Cristo, morto e risorto, trovando poi, in duemila anni di storia, dei fedeli interpreti della Buona Notizia. Si tratta di uno stuolo di donne e uomini di buona volontà che hanno saputo rendere intelligibile il Vangelo, attraverso la testimonianza e l’annuncio del mistero pasquale. Basti pensare a Madre Teresa di Calcutta, canonizzata lo scorso settembre, per non parlare di altri personaggi che hanno scandito la storia della Chiesa: da Francesco d’Assisi ad Antonio di Padova; da Francesco Saverio a Bartolomé de Las Casas; da Daniele Comboni a Oscar Romero.
Mai come oggi, in un tempo scandito dalla «globalizzazione dell’indifferenza», occorre essere segni di contraddizione, infondendo speranza a coloro che vivono nelle periferie geografiche ed esistenziali di questo primo segmento del Terzo Millennio. Non a caso, papa Francesco, nella bolla pontificia d’indizione dell’Anno Santo, Misericordiae Vultus, ha scritto che «La Chiesa ha la missione di annunciare la misericordia di Dio, cuore pulsante del Vangelo, che per mezzo suo deve raggiungere il cuore e la mente di ogni persona» (MV12). Ecco che allora è fondamentale recuperare la dimensione missionaria del nostro battesimo. Una cosa è certa: «In questa Giornata Missionaria Mondiale – come ha affermato papa Bergoglio nella sua missiva per la Gmm – siamo tutti invitati ad “uscire”, come discepoli missionari, ciascuno mettendo a servizio i propri talenti, la propria creatività, la propria saggezza ed esperienza nel portare il messaggio della tenerezza e della compassione di Dio all’intera famiglia umana».
Da rilevare che quest’anno ricorre il novantesimo anniversario dell’istituzione della GMM. Infatti nel lontano 1926, l’Opera della Propagazione della fede, su suggerimento del Circolo missionario del seminario di Sassari, propose a papa Pio XI di indire una giornata annuale in favore dell’attività missionaria della Chiesa universale. La richiesta venne accolta con favore e lo stesso anno fu celebrata la prima «Giornata Missionaria Mondiale per la propagazione della fede», stabilendo che ciò avvenisse ogni penultima domenica di ottobre, tradizionalmente riconosciuto come mese missionario per eccellenza. In questo giorno i fedeli di tutti i continenti sono chiamati ad aprire il loro cuore alle esigenze spirituali della missione e a impegnarsi con gesti concreti di solidarietà a sostegno di tutte le giovani Chiese. Vengono così supportati, con le offerte della Giornata, progetti per consolidare la Chiesa mediante l’aiuto ai catechisti, ai seminari con la formazione del clero locale e all’assistenza socio-sanitaria dell’infanzia.
Tutto ciò suppone che esistano ancora delle persone che si consacrano totalmente alla missione, per la causa del Regno. Purtroppo, lungi da ogni disfattismo, la realtà è sotto gli occhi di tutti. Vediamo che le vocazioni missionarie in Italia e nelle Chiese europee stanno diminuendo, mentre quelle che nascono nelle nuove comunità del Sud del mondo non riescono ancora a rispondere adeguatamente alle necessità della missione. Sarà questo un dato di fatto o invece un’indicazione provvidenziale che Dio ci fa giungere per rinnovare evangelicamente la figura stessa del missionario, aprendola a tutti coloro – sacerdoti, religiosi e religiose, laici e laiche – che sentono il bisogno di rispondere all’amore misericordioso di Dio? Non resta che fare la Sua volontà.