Per una comunicazione pienamente umana
Il Messaggio di papa Francesco per la 58a giornata mondiale delle comunicazioni sociali affronta il tema “Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana”. In continuità con il Messaggio per la giornata mondiale della pace (1° gennaio 2024), il pontefice evidenzia la necessità di ripartire dall’umano. Infatti, queste innovazioni tecnologiche sono prodotte dall’intelligenza dell’uomo e da sole non hanno una “sapienza”: capaci di memorizzare e gestire enormi quantità di dati, non possono coglierne il senso, se non per via imitativa. In ogni caso, non sono coscienti delle operazioni che fanno. La sapienza è invece una virtù umana «che ci permette di tessere insieme il tutto e le parti, le decisioni e le loro conseguenze, le altezze e le fragilità, il passato e il futuro, l’io e il noi». Questioni cruciali in un mondo che è complesso e, oggi più di ogni altro tempo, mostra la necessità di un approccio sistemico per affrontare le istanze che emergono: questo significa che non possiamo pensare solo al nostro orticello, ma sempre di più dobbiamo renderci conto che tutto è connesso, tutto è inserito in grandi reti di relazioni. Quali sono queste reti? Forse ci viene in mente il web, internet: uno spazio accessibile dovunque che mette in contatto persone, strumenti, oggetti da un capo all’altro del pianeta. Legato a questo, ci sono le reti sociali, i social network, sistemi di comunicazione usati abitualmente da quasi tutti. Altre reti sono quelle di trasporto, di commercio, di distribuzione, di informazione: beni, persone, servizi sono giornalmente veicolate attraverso di esse. Alla base di tutto ciò, cosa ci sta? Queste reti possono essere infatti governate da logiche di prevaricazione, di sopraffazione, di interessi privati… oppure di solidarietà, di ricerca del bene comune, di umanità. Bisogna capire se, al di là di queste sovrastrutture, sussiste una rete di relazioni umane che sostiene le altre e dà senso alla loro presenza: il riferimento, in definitiva, deve ritornare sempre alla cura e alla dignità delle relazioni umane.
Mi pare particolarmente interessante il riferimento fatto nel Messaggio al rapporto tra intelligenza artificiale e comunicazione: «L’uso dell’intelligenza artificiale potrà contribuire positivamente nel campo della comunicazione, se non annullerà il ruolo del giornalismo sul campo, ma al contrario lo affiancherà; se valorizzerà le professionalità della comunicazione, responsabilizzando ogni comunicatore; se restituirà ad ogni essere umano il ruolo di soggetto, con capacità critica, della comunicazione stessa». Purtroppo, il ruolo di intermediazione giornalistico è già da anni messo in crisi, soprattutto per il continuo flusso di informazioni generato in rete potenzialmente da qualsiasi utente: chiunque può pubblicare contenuti da qualunque angolo della terra… anche senza alcuna garanzia sulla loro autenticità e affidabilità. Ora ci si chiede quali sono gli scenari che si possono aprire con l’intelligenza artificiale, che è potenzialmente capace di produrre contenuti che imitano benissimo quanto accade nel mondo. Per questo mi pare decisivo fermarsi a riflettere sulle domande poste nel paragrafo “Interrogativi per l’oggi e per il domani” e farne oggetto di un serio confronto: ne va davvero del nostro futuro, del nostro modo di abitare questo mondo. «Spetta all’uomo decidere se diventare cibo per gli algoritmi oppure nutrire di libertà il proprio cuore, senza il quale non si cresce nella sapienza».