Solo ascoltando il Signore, la sua Parola, possiamo scoprire il suo amore per noi. E, attraverso il suo amore, imparare ad amare noi stessi per poi amare chi ci è accanto.
Questo brano del Vangelo ci provoca. Perché ci mostra quanto tutti, in famiglia, siamo assetati di riconoscimento e come spesso agiamo al fine di ottenerlo. Mentre la strada da percorrere è un’altra.
Ogni sabato, che sia estate o inverno, che faccia caldo o freddo, ci sia il sole o la pioggia, un gruppo di persone non più giovanissime, italiane e straniere, si ritrovano in un bar del vicentino per condividere un caffè e conversare.
I pregiudizi ostacolano il compiersi del bene, perché creano una «visione tunnel» che orienta il nostro sguardo alla ricerca degli elementi che confermano la nostra idea, e ci rende ciechi a tutto ciò che la mette in discussione.
Mentre siamo «imbarcati» in un matrimonio, a volte scoppia la tempesta e pare che Gesù, come nell’episodio evangelico, dorma incurante delle nostre paure e del nostro dolore. Ma è proprio così?
Il tempo non va sprecato. Ma un conto è non sprecarlo cercando di vivere con intensità quello che ci è donato, cercando di amare, un altro è monetizzarlo come fosse una merce. Perché, alla fine, sarà pur vero che il tempo fugge, ma l’amore rimane.