La dolcezza di Cristo che Antonio ci indica è una sana provocazione per renderci consapevoli di come viviamo ogni evento della nostra vita personale e di relazione.
Da soli e in corsa la vita è il farsi largo affannoso che conosciamo. Comportarsi come se tutto intorno a noi fosse (e lo è) fragile, vuol dire riconoscere la realtà. Essere fedeli alla verità di noi stessi.
Da uno stesso elemento chimico possono nascere due materie opposte, nel bene e nel male. La luce viene nelle tenebre, ma sta a noi lasciarla entrare e lasciarci trasformare.
La famiglia insegna a decentrarsi da se stessi. Insegna il valore del dono. Insegna a diventare adulti. È, per questo, una vera scuola di vita, oltre che una vocazione.
Un semplice e simpatico decalogo di buone prassi per coltivare bene la relazione di coppia, senza lasciarla sfilacciare. Perché intervenire di fronte alle difficoltà è necessario, ma coltivare il quotidiano... è meglio!