Il paradosso del cambiamento climatico
La lotta contro i cambiamenti climatici nel mondo si sta impantanando in un paradosso: da un lato le persone a livello globale sono sempre più preoccupate per le conseguenze della crisi climatica, dall’altra il loro coinvolgimento in questa lotta non è mai stato così basso. A rilevarlo una ricerca, condotta in 32 Paesi, Italia inclusa, da Ipsos, tra le più grandi società di ricerche di mercato e sondaggi d'opinione a livello globale.
Il 74% degli intervistati dichiara una crescente preoccupazione per i cambiamenti climatici e, in netto contrasto con questa preoccupazione, si registra una diminuzione del senso di responsabilità in tutti i Paesi intervistati, come se l’azione individuale non fosse più ritenuta necessaria. La diminuzione riguarda in modo più significativo proprio i Paesi del G7, come se ci fosse una specie di eco-stanchezza o di senso d’impotenza di fronte a una sfida ritenuta troppo grande. Per la verità, tra le economie avanzate, è proprio l’Italia il Paese che, a sorpresa, ritiene necessario un maggior impegno personale. Ma è l’eccezione che conferma la regola.
Il problema è che questo disimpegno si fa più evidente proprio quando ci sarebbe bisogno di un’azione collettiva più incisiva. Il Rapporto Onu sullo sviluppo sostenibile del 2024 non è affatto rassicurante: solo il 17 % degli obiettivi è in linea con i tempi previsti, ma oltre 1/3 è in stallo o in regressione. Intanto il 2023 si è confermato l’anno più caldo di sempre, mentre i cambiamenti climatici stanno aumentando la povertà nei Paesi più svantaggiati.
Ciò che è peggio e che si stanno facendo strada alcuni pericolosi pregiudizi. Il 36% degli intervistati ritiene che il proprio Paese stia facendo troppo contro il cambiamento climatico. Lo ritengono soprattutto i francesi e i canadesi. Tra le ragioni che sostengono questa percezione c’è la convinzione che gli scienziati non siano tutti d’accordo sugli effetti del cambiamento climatico. Altri evidenziano problemi economici, in quanto ritengono che il passaggio alle energie verdi comporterà un aumento della spesa energetica; una motivazione particolarmente sentita dai tedeschi (59%). C’è poi un diffuso ottimismo mal riposto su alcuni temi: il 26 % sovrastima la percentuale di riciclo e un 35% sottovaluta la crisi idrica nella quale già versa la metà della popolazione mondiale.
La paralisi dell’azione, unita ad alcune convinzioni sbagliate, testimoniano che in realtà c’è una scarsa consapevolezza dei veri rischi per l’umanità, proprio in un tempo in cui il contributo di tutti sarebbe necessario.
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