Il mio primo Dostoevskij
Nel negozio di animali esotici del lussuoso centro commerciale Passage, un grande coccodrillo sonnecchia dentro una vasca di zinco. È tanto quieto che sembra finto. Almeno agli occhi dello sprovveduto Ivan Matveic, di passaggio assieme alla moglie Elena. Da grande curioso qual è, l’uomo pungola l’animale finché questo non reagisce e lo ingoia in un solo boccone. Ma la tragedia si rivela molto meno tragica del previsto.
Sopravvissuto all’attacco, vivo e vegeto nella pancia del rettile, Ivan trova il modo di far fruttare la sua nuova condizione. Mentre i media si scatenano e i curiosi accorrono da ogni dove per vedere l’uomo «ospite» del coccodrillo, il protagonista riceve personaggi famosi e condivide la fama col rettile, da una tinozza sistemata al centro del salotto di casa sua.
Tutta la straordinaria ironia della novella Il coccodrillo scritta da Fëdor Dostoevskij nel 1864 viene qui riadattata e semplificata per le nuove generazioni (e non solo). A dispetto degli anni, la morale del racconto risulta tutt’altro che banale e antiquata: quanto siete disposti a sacrificare per raggiungere il successo e la notorietà? Al lettore il compito di riflettere e replicare.