Che cosa è l’odio? È «una forma di estrema arroganza, di eccezionale presunzione, che fa sì che noi, il nostro modo di pensare, il colore della nostra pelle, la nostra cultura, la nostra religione siano considerati il centro dell’universo, l’unica forma legittima di esistenza. Non accettiamo di esserne parte. Incoscienti e presuntuosi, pensiamo di essere il tutto». In sintesi «il rifiuto dell’altro da noi». In Odiare l’odio (Rizzoli) Walter Veltroni non si limita a descrivere quel che sembra spirito dominante del tempo.
La follia che è anche in noi è il libro delle Vele di Einaudi che il professor Eugenio Borgna ha regalato ai suoi affezionati lettori. In una sintesi, certo poco rispettosa della densità e della complessità del libro, possiamo dire che Borgna non fa un’apologia del manicomio, ma prova una certa nostalgia per quel manicomio di Novara di cui è stato direttore e in cui ha potuto esercitare per anni una psichiatria gentile e rispettosa, che metteva al centro le relazioni tra persone.
Anche il lettore che si occupasse con assiduità della comprensione del Medio Oriente, e della questione palestinese e israeliana, converrà nel riconoscere l’originalità del libro di Meir Margalit. A colpire fin da subito è proprio il curriculum dell’autore: chi critica l’attuale impianto di «gestione» di Gerusalemme è un ebreo israeliano, emigrato nel 1972 dall’Argentina al seguito di un gruppo della destra sionista, combattente nella guerra dello Yom Kippur (1973).
L’Italia è bella. Molto bella. Spesso, però, viene raccontata per i suoi disastri,anziché per la sua bellezza. Molte volte ne esce un territorio sfigurato, martoriato. Con il triste primato del più alto consumo di suolo e un inestimabile patrimonio naturale e culturale distrutto o svenduto.
Eppure il nostro Paese è meraviglioso. In esso sono custoditi i più grandi siti archeologici del mondo. Vi si trovano innumerevoli città d’arte e terme monumentali.