«C’è voluto tempo, molto tempo, perché i miei occhi riuscissero ad aprirsi, ammesso che oggi siano veramente aperti. È terribile constatare come, in mezzo a tante sofferenze, la cura del mantenimento dell’autorità e dell’ordine sociale ci impedisse di scoprire e denunciare le ingiustizie. Stavamo là a predicare la pazienza, l’obbedienza, l’accettazione delle sofferenze, in unione alle sofferenze di Cristo. Grandi virtù, senza dubbio, ma in quel contesto facevamo il gioco dei dominatori».
Iniziato prima del covid-19, a Limoeiro, nel Nord-Est del Brasile, il centro caritas legato all’Istituto Padre Luigi Cecchin sta per essere messo in funzione, in piena pandemia e in uno dei luoghi a più alta densità di poveri nel Paese.
La battaglia contro il Coronavirus non ha fermato la promozione delle eccellenze del nostro Paese all’estero. In Sudamerica molte attività degli Istituti Italiani di Cultura sono migrate on line.
Oltre un milione 600 mila italiani vivono in un Sudamerica che sta soffrendo una fase di «fatica democratica», con un continuo aumento delle tensioni sociali.