La santità accanto a noi

Le feste dei santi, secondo sant'Antonio, non sono per baldorie o per affari, ma occasione di personale check-up spirituale di fronte alla loro statura, come per «tirarci a piombo».
12 Maggio 2021 | di

In edilizia, per tirar su muri dritti, accanto al laser il filo a piombo evocato dal Santo fa ancora la sua figura, e pertanto il paragone suggeritoci da sant’Antonio per verificare l’agire morale, è ancora valido.

Le feste dei santi, secondo Antonio, non sono per baldorie o per affari, ma occasione di personale check up spirituale di fronte alla loro statura. Ma chi sono i santi?

Teresa di Lisieux parla di «grandi santi» – i big che sappiamo – insieme però a tanti altri «piccoli santi», meno o per nulla noti, che stanno tuttavia con uguale dignità nel variegato parterre del Paradiso.

Papa Francesco educandoci a una sorta di «presunzione di santità» verso chi abita la «porta accanto», ci indica come la santità sia una non rara eventualità di origine divina nell’esistenza ordinaria di molte persone; e noi «rischiamo» qualche volta di averla accanto, di esserne come sfiorati e benedetti, e magari di accorgercene dopo, ripensando all’ incontro.

Capita anche a me con la foto di un Giovanni Pao­lo II sorridente che mi stringe la mano, oppure con l’istantanea che mi raffigura accanto a un anziano frère Roger di Taizé, ma anche pensando a un vivacissimo compagno di liceo, Ezechiele Ramin detto Lele, martire della carità e della giustizia tra i senza terra del Brasile, e altri più «normali» che vorrei incontrare ancora, perché sono stati segni di Dio.

Mi chiedo che figura di santo si aspettasse di incontrare frate Antonio camminando verso Assisi in quella primavera del 1221. Chi era per lui, in quel momento, il fondatore della fraternità apostolica itinerante dei Frati Minori, che lo aveva «rapito» dalla sua comoda abbazia?

Ad Assisi egli incontrerà il Poverello giunto alla conclusione di una indesiderata «carriera» di fondatore, che rinuncia al governo di una famiglia di frati ormai troppo numerosa, che benedice come antico patriarca le spedizioni missionarie dei frati nel mondo, e che si ritira per essere più vicino al suo Signore.

In quel «Capitolo delle Stuoie» frate Antonio, recluta francescana, fece le sue prime prove del filo a piombo su frate Francesco e i suoi compagni della prima ora: Angelo, Leone, Rufino…, così normali e così speciali.

In che cosa consisteva la santità che Antonio percepì da Francesco e da quei cinquemila? Sperimentò un senso di paternità e di fraternità nuovi, vide la passione di Francesco e dei suoi per Gesù Cristo, vide il loro sincero amore per la povertà e per i poveri, la loro disponibilità a lasciare e a partire, e il loro vivere in una dimensione di appartenenza ad «Altro».

Sapevano, Francesco e Antonio, di essere gli iniziatori di una staffetta di santità che tante volte, nel piccolo, io stesso ho visto continuare in tanti santi piccoli e grandi del mondo francescano – e non solo – fino a oggi?

E noi, tutti, siamo consapevoli che ci può capitare di «inciampare» in qualche anonimo candidato a essere santo? Meglio girare con un filo a piombo in tasca, non si sa mai!

 

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Data di aggiornamento: 12 Maggio 2021
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