Niente come la guerra tra Russia e Ucraina può spiegare meglio com’è facile perdersi tra le tante facce della realtà. Per uscirne, bisogna accettare il confronto e mettere al centro l’umano.
Il dialogo è faccenda estremamente seria, ricerca faticosa, umiltà. Comporta mettersi in gioco, nella consapevolezza che non esiste un mio o altrui bene contrapposto ad altri.
La vita politica e sociale è peggiorata perché mancano contatti veri con diversi veri, concreti. Manca l’esercizio della convivialità delle differenze, la capacità di sentire le idee dell’altro anche mie, perché nate dal dialogo.
La sala è gremita e il silenzio è di cristallo. In fondo ai gradoni dell’auditorium due donne attendono di parlare. Sta accadendo un evento che fino a ieri si poteva considerare impossibile, inaccettabile, quasi sacrilego.