Le nenie e i canti da trance invadono l’alba di Lalibela. Città santa dell’Etiopia ortodossa. Città lontana, nel cuore del più grande altopiano d’Africa. Alla domenica, preti e monaci, cantori e diaconi, affollano le basiliche scavate nel tufo.
«Possiamo parlare in italiano?». «O in arabo, se preferisce…» risponde l’interlocutore sorridendo. A stemperare subito i toni dell’incontro è monsignor Maroun Lahham, arcivescovo vicario di Giordania per il patriarcato di Gerusalemme, la principale autorità religiosa cattolica del Paese.