Le braccia aperte e l’orlo del mantello che scivola tra le dita. La sagoma imponente e l’aiuola di fedeli che alle sue pendici sembrano tante fragili miniature in cerca di riparo.
Sì, c’è e ci sarà sempre del bene da salvaguardare, da scovare, da far crescere, da indicare, da coccolare, da preservare, da sognare, da condividere con qualcuno, da costruire piano piano, di cui appassionarsi.
«Anche la Speme, / ultima Dea, fugge i sepolcri: e involve / tutte cose l’obblio nella sua notte». La metteva giù così, cupa e amara, Ugo Foscolo, nella sua celebre ode Dei sepolcri.