Dovevo venire fino in Centroamerica, in una città-parola per ricordarmi del Colombre. Ho anche creduto che fosse un nome spagnolo, una storia latinoamericana. Avevo dimenticato, o, forse, non avevo mai saputo.
L’amore non sopporta di essere frainteso. Torniamo con coraggio a dar voce al cuore, perché non gli sia negata la facoltà di parlare ancora d’amore. «Se incontrate il mio diletto, ditegli che muoio d’amore» (Ct 5,8)
L’indicazione «qui sono i draghi» delle antiche mappe marca il nostro limite, ma allo stesso tempo ci spalanca l’orizzonte, facendoci sedere sull’orlo dell’infinito.
E se la smettessimo una buona volta di andare “altrove”? Di cercare la felicità in un qualsiasi “fuori”? «Non privarti di un giorno felice; non ti sfugga alcuna parte di un buon desiderio» (Sir 14,1)
Insicurezza, paura, panico. Come vincere queste sensazioni, prodotte dagli attacchi terroristici in Occidente e dall’eco che hanno sui mass media? Non siamo solo vittime: siamo esseri umani che possono, insieme, reagire.
La mente torna al viaggio in Pakistan, e rivive la paura provata. Ma anche il coraggio della testimonianza, la forza della speranza, i gesti fraterni e amichevoli capaci di superare gli steccati religiosi e di restituire fiducia nell’umanità.