Tutti (o quasi) sanno che cosa è successo alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944: l’eccidio di 335 italiani innocenti, da parte delle truppe naziste che dal settembre 1943 occupavano Roma. Pochi sanno, invece, che cosa è realmente accaduto in Via Rasella, sempre a Roma, il giorno prima, cioè il 23 marzo del 1944. O, meglio, lo sanno per sommi capi: lo scoppio di un ordigno esplosivo che, provocando la morte di 33 soldati delle truppe di occupazione, di fatto scatenò la folle reazione nazista.
Nel mondo occidentale è forte un sentimento di rifiuto del lavoro, un capovolgimento del suo valore, un disinteresse per quel che è stato considerato fondamento della vita civile.
Roma, sabato 16 ottobre 1943. Attorno alle 5 del mattino, i nazisti, che da un mese occupano la città, danno il via al rastrellamento del Ghetto: vengono arrestate 1.259 persone, quasi tutte di religione ebraica, 1.023 delle quali sono immediatamente deportate ad Auschwitz, da dove torneranno solo in 16. È questo il drammatico evento che fa da sfondo al volume di Ritanna Armeni, Il secondo piano, giunto nelle librerie da qualche settimana.
Il mercato è mobile, cambia. Il lavoro c’è, non c’è, poi c’è di nuovo. È la libertà, hanno detto per tanti anni. E i giovani pensano che possa esserlo anche per loro.