Mi trovo in un convento di clausura abitato da alcune sorelle clarisse. E non riesco, davvero non riesco, a capacitarmi se sono loro «chiuse dentro» o siamo noi «chiusi fuori»…
C’è un’immagine biblica che viene evocata a Natale, inconsueta perché in realtà è il preambolo di più funerei eventi, ma che potrebbe aver «dato il la» a una delle hit natalizie...
Senza il respiro del silenzio, la comunicazione rischia di diventare rumore e di capovolgersi nel suo contrario: insignificanza e solitudine o, peggio, isolamento. Senza contemplazione, l’azione sprofonda in attivismo e iperattività.
Quando tutto si spegne, che cosa rimane? Cosa rimane dentro, accovacciato accanto a quel disagio? «La condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore» (Os 2,16)