Visitare la mostra di Damien Hirst a Venezia significa porsi tante domande. Sull’arte, sul senso di ciò che si vede e si racconta, su verità e falsità, sui noi di oggi.
La ricerca della verità e la costitutiva fragilità di ognuno di noi, frati e giornalisti compresi, impongono di interrogarsi e ascoltarsi spesso. Talvolta persino di cambiare idea.
Complice il web e la marea di contenuti che veicola, negli ultimi tempi stiamo assistendo alla diffusione incontrollata di bufale, spesso architettate «ad hoc» per plasmare l’opinione pubblica. È tempo di affinare il nostro innato spirito critico.
«Unicamente la verità può essere ed è il fondamento incrollabile della felicità» scriveva nel suo ultimo editoriale prima del martirio padre Massimiliano Kolbe, figura di grande santo e giornalista.
Trump, Brexit, media diventati cani da salotto, i fatti oggettivi che contano meno di opinioni ed emozioni… Siamo davvero disposti a suonare le campane a morto per la verità?