Gesù non chiede solo di credere a quello che fa o che dice, ma di credere in lui, di credere che lui è Dio stesso. Le opere che compie non sono fatte solamente in nome di Dio, ma è Gesù stesso che le compie.
I giovani hanno bisogno di sperimentare la bellezza insita nella vita di fede. Perché sono persone in cammino, con fragilità e ambiguità, ma anche con il bisogno di far esperienza autentica di vita cristiana.
Ci sono tanti modi di credere. E poi c’è quello che ci ha insegnato Gesù: il credere in un Dio che è amore, per tutti, anche per chi non amiamo e non ci ama. Un credere che è un volare sulla strada, liberi.
Lo scenario è quello della Sinagoga di Cafarnao, proposto nel Vangelo di Giovanni. La folla chiede a Gesù: «Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio». La sua risposta non si fa attendere: «Questa è l’opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato».
Prima di essere tutte le nostre statue, processioni, rosari; prima della solennità dell’Assunta che celebriamo ancora una volta al centro della nostra estate; prima di tutto ciò, chi fu realmente Maria?