Maria prima di essere Maria
Un autore brasiliano, riflettendo sulla figura evangelica di Maria, parte da una semplice constatazione. La Madonna Aparecida, così famosa nel suo paese, è una piccola statua coperta da un manto azzurro, molto bello e riccamente adornato. Ma il sontuoso manto, pur essendo un segno bellissimo della devozione popolare, finisce col nascondere gran parte dell’immagine di Maria, che è invece, e sorprendentemente, semplice, persino povera, e di colore scuro: «simile a tante negrine che si incontrano per strada». Quello che è accaduto alla sua immagine, sembra dire l’autore, è accaduto anche nella realtà. Dove il «manto di gloria» (de Maria numquam satis, recita da secoli una pia antifona) ha finito per nascondere gran parte della sua somiglianza con noi. Ha fatto di lei una persona diversa, e quasi ci si dimentica che essa fu ed è ancora una povera e semplice fanciulla del popolo.
Chi è Maria prima di essere la «Madonna»? Voglio dire: prima di essere tutte le nostre statue, processioni, rosari; prima della solennità dell’Assunta che celebriamo ancora una volta al centro della nostra estate; prima di tutto ciò, chi fu realmente Maria? Il Vangelo le dedica poche parole, ma tutte essenziali e da approfondire. E ancora meno parole sue ci riporta.
Quel che ne capisco io è questo. Dio vuole visitare gratuitamente l’umanità, non condizionato dalla geografia e dai recinti sacri fatti dagli uomini. Caso mai è lui che stabilisce al popolo, a ciascuno di noi, un luogo, dei segni, dei percorsi obbligati: ma non viceversa. La fede nasce e si sviluppa come dialogo, che nell’annuncio viene impostato, ma che necessita poi di una vita per esser svolto: «Se Dio interpella Maria, anche lei interpella il suo Dio» (Giovanni Paolo II). Credere non è un privilegio che ci dispensa dalla comune fatica del vivere, e Maria ha a proprie spese capito che non c’è angelo che tenga o annunciazione che garantisca chissà che. O che esenti dal mettersi comunque e con fiducia in cammino: «Anche la beata Vergine avanzò nella peregrinazione della fede» (Lumen Gentium). Il futuro non viene pensato da Dio come continuità rispetto al presente. Non c’è fedeltà ai suoi progetti che non richieda strappi. Non c’è fede che non postuli la disponibilità a mutare radicalmente i piani dell’esistere.
La fede è una porta che si apre per tutti. Maria ha iniziato il suo cammino di donna della fede: si è fidata del Dio dei suoi padri, ora dovrà prepararsi a fidarsi del Dio del suo figlio…