Tutti si scagliano contro i social, accusati di avere violato la nostra privacy. Ma in questi anni chi ha fornito loro dati e foto tanto da trasformare i nostri profili in diari digitali? Credevamo davvero che i social ci avrebbero ospitato gratis?
«Sul web siamo noi la merce» risponde Gianni Riotta. Mai prima d’ora ci sono stati così tanti dati personali e sensibili in circolazione. È la fine della privacy? Forse sì, ma difendersi è (almeno in parte) possibile.
Noi italiani siamo abituati a svalutarci, e invece non siamo sempre in tutto gli ultimi della classifica: la Dichiarazione dei diritti in Internet approvata dalla Camera il 28 luglio 2015 ci vede addirittura in pole position: il nostro è il primo documento del genere elaborato in una sede istituzionale, ed è una Carta di ottima qualità.