«Gliel’ho comprato perché ce l’hanno tutti», «Non volevo fosse escluso dal gruppo dei suoi coetanei». Quante volte capita di sentire una mamma spiegare così l’acquisto di uno smartphone per il proprio figlio. Sono passati trentatrè anni dalla nascita del primo «telefono intelligente» (l’IBM Simon Personal Communicator) e quasi venti dall’uscita del primo Iphone, lanciato da Steve Jobs il 9 gennaio 2007. Tante cose sono cambiate da allora. In primis, la diffusione e l’utilizzo di questi straordinari strumenti che sono entrati a tutti gli effetti nelle nostre vite.
I bambini e le bambine di oggi non sempre fanno una vita adatta ai loro bisogni di crescita. L’estate può rappresentare quel periodo dell’anno che consente di recuperare questo gap...
La serie Netflix dal titolo «Adolescence» ha scoperchiato il vaso di Pandora delle dinamiche adolescenziali, mostrando come stereotipi di genere e pregiudizi si insinuino precocemente nelle relazioni.
Avere un insegnante che spieghi la filosofia in un liceo è importante, ma avere una maestra o un maestro che dai 3 ai 6 anni aiuti i bambini a imparare a stare con gli altri, non ha paragone.
A come allattamento, aspiratore nasale, aptonomia, attaccamento, amore... B come bagno, bavaglino, biberon, borsa fasciatoio... C come caffè, canzoncine, ciuccio, colostro, congedo di paternità... Diventare papà significa imparare anche un nuovo vocabolario. «All’improvviso tutto cambia - scrivono nell'introduzione a questo manuale Alexandre Marcel e Yannick Vicente -.
Stiamo abbandonando i ragazzi e le ragazze a un destino di «orfanità educativa». Tra madri troppo accudenti e padri assenti, la politica preferisce investire in cemento o strade piuttosto che occuparsi del futuro delle nuove generazioni.